La situazione umanitaria in Siria si sta facendo sempre più critica ed ogni giorno il bilancio dei morti sale. Nonostante la Lega Araba abbia deferito il paese ed abbia deciso di comminargli sanzioni se la scia di sangue non si interromperà, il dittatore Bashar Assad non sembra intenzionato a fare neanche un passo indietro. Dopo il secco rifiuto dell’Onu ad iniziare una missione simile a quella libica di “no fly zone“, c’è stato un lungo periodo di immobilismo da parte della comunità internazionale, la quale finalmente ha deciso di deliberare sulla vicenda.
L’iniziativa a riprendere seriamente la discussione arriva dal paese che più opponeva resistenza ad un intervento: la Russia. Non è un caso dunque che le diplomazie dei paesi dell’Onu abbiano atteso così tanto, ma si spera che almeno questa attesa sia proficua e porti ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza abbastanza decisa da mettere fine alla sistematica violazione dei diritti umani nel paese arabo.
In sostanza la bozza presentata dal governo di Mosca vuole che “tutte le parti in Siria interrompano immediatamente qualsiasi fonte di violenza“. Il documento ormai viene analizzato dai rappresentati della comunità internazionale del Palazzo di Vetro, che è giunta a noi tramite un’agenzia Ansa.
Gli Stati Uniti hanno già annunciato, tramite il Segretario di Stato Hillary Clinton, che la bozza contiene elementi inaccettabili per il suo paese. Riferendosi chiaramente al fatto che apparentemente vengano messi sullo stesso piano sia il presidente Bashar Assad, sia i manifestanti; tuttavia la Clinton ha anche aperto ad una possibilità di “poter lavorare sul testo con Mosca per raggiungere velocemente un’intesa“.
Uno dei punti fondamentali del documento, che preoccupa molti sulla sua effettiva capacità di risolvere la situazione siriana, è quello che specifica che il documento non autorizza in alcun modo qualsiasi intervento militare sul territorio del paese arabo. Secondo alcuni rumors il documento potrebbe venire votato già da oggi, ma è più probabile che il voto slitti alla settimana prossima per le necessarie modifiche richieste dagli Usa.