Non sopportava che il suo stupratore venisse scarcerato e si è uccisa. Lei è Elise una ragazza francese di 26 anni, il suicidio è avvenuto un anno fa ma la notizia è trapelata solo ora in concomitanza con l’effettiva riduzione di pena dello stupratore: un algerino senza permesso di soggiorno.
Il grave fatto avviene a Ginevra il 15 giugno del 2008, Elise ha gravi problemi di anoressia, ma quel giorno la clinica Annemasse in Francia, dove è ricoverata, decide di concederle un giorno di libertà, la ragazza si reca in treno nella vicina città svizzera a visitare il Parc des Eaux-Vivesnella dove avviene lo stupro: “Avevo già paura degli uomini – avrebbe confessato in tribunale Elise – ma quel giorno sono caduta in uno stato di choc. Ho tentato di chiedere aiuto, ma la mia voce era troppo debole”.
Il violentatore viene condannato a 5 anni e 11 mesi di prigione e condotto nel carcere di Bochuz, al termine della pena il giudice impone che venga internato in un istituto socio-educativo in regime di semilibertà, la sentenza ulteriore viene eseguita in questi giorni con due anni d’anticipo.“Non sopportava la prospettiva di un nuovo processo e l’eventuale scarcerazione del suo aggressore“, ha spiegato al quotidiano Le Matin Vincent Spira, l’avvocato della ragazza.
Di tutt’altro avviso l’avvocato della difesa Dina Bazarbachi la quale ha sempre asserito che la ragazza fosse consenziente, alla notizia del suicidio ha dichiarato: “Il mio cliente è rimasto scioccato dalla notizia – sottolineando come l’algerino in carcere sia diventato una persona migliore -. Il mio cliente lavora nel penitenziario e tutto va per il meglio. La sua rieducazione procede bene”.