Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Senza un pubblico narcotizzato Achille Lauro sarebbe l’emergente alla sagra del carciofo

Senza un pubblico narcotizzato Achille Lauro sarebbe l’emergente alla sagra del carciofo

Achille Lauro trasformista, camaleontico, oggi punk e domani glam rock, ieri pop, dopodomani uno dei più grandi esempi della libertà di espressione. Negli anni è passato dalla trap allo swing, letteralmente, pubblicando raccolte di flow schiantati con l’autotune e rappando con le crew più gettonate dell’ambiente urban di tutta Italia senza mai nascondere il suo piacere per l’estetica, i brand e tutto ciò che concerne l’ostentazione che è tipica della scena rap (e derivati) degli ultimi 30 anni.

Eppure oggi Achille Lauro sa di non sapere, ma lo sa benissimo. Il suo lavoro è diventato quello di sorprendere, tentando di lasciarsi alle spalle quelle volte in cui aggrediva il pubblico con l’autotune e faceva il bullo da un palchetto che a malapena poteva ospitare lui e il suo DJ.

Cosa sia successo lo dice l’evidenza: Lauro De Marinis, incapace di cantare e di rendersi un valido interprete, ha trovato qualcuno che dopo la performance a Sanremo 2019 con Rolls Royce ha capito che ciò che non arriva con la musica può arrivare con l’immagine. Bisogna ammettere, infatti, che il talento di Achille Lauro cozza terribilmente con la visione che oggi si è costruito intorno: tanti colori e tanti costumi al servizio di una musica tremendamente mediocre.

Attenzione: la mediocrità non è un male e Carmelo Bene ci insegna che lo Stato non sempre tutela il mondo della musica, perché l’artista deve pensare alla mediocrità. Non lo farà lo scrittore, non lo farà il pittore. Il musicista trascina folle in cui la mediocrità è di casa, perché per ascoltare una canzone non serve lo stesso bagaglio culturale necessario a chi osserva un quadro. Per questo nella musica esiste il pop: una superficie confortevole.

Un quadro, certo. Perché Achille Lauro ha portato 5 quadri a Sanremo e si è fatto un mazzo così per comunicare ai suoi follower che presto avrebbero assistito a qualcosa di unico. Come un bacio omosessuale, una cosa che ancora una volta viene mostrata come trasgry e che ancora non fa parte della normalità del pubblico mediocre. “Guardalo! Ha sfidato i democristiani della Rai! Ha baciato in bocca Boss Doms come l’anno scorso! Ha vinto lui!”. Ah. Baciare una persona in bocca è trasgressione, adesso. Specie se sei un cis e lo fai con un altro cis del tuo stesso sesso. La rivoluzione di cosa? Di un amore che diventa marchetta?

Non ci siamo, caro pubblico di Achille Lauro. Il ragazzo ha tanto carisma, ma non è farina del suo sacco. Lo si vede lontano un miglio, quel mondo di finzione. Achille Lauro può essere chiunque, solamente se questo chiunque trova un buon produttore.

Lascia un commento