Dopo una “vittoria” in consiglio regionale la posizione della governatrice del Lazio Renata Polverini sembra indebolirsi. Tre cifre risuonano in questa giornata d’autunno: 29 il numero di consiglieri che hanno sottoscritto le dimissioni; 36 la quota che fa scattare lo scioglimento automatico del consiglio e 6 i componenti dell’Udc che cominciano a non celare un certo malcontento e questo nonostante Casini abbia difeso il no alle dimissioni definendo ridicola la posizione del Pd. A pesare sul partito centrista anche la posizione del cardinale Angelo Bagnasco che ha parlato di “condotte vergognose” a proposito dell’uso di fondi pubblici da parte di alcuni consiglieri della Regione Lazio.
“Abbiamo ottenuto quello che volevamo e cioè la convocazione del consiglio regionale prevista per mercoledì alle 11,30 con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia a Renata Polverini”. Lo annuncia il vicecapogruppo del Pd alla Regione Lazio, Claudio Moscardelli. “Stiamo ancora raccogliendo le firme ai sensi dell’art.19 quarto comma e puntiamo ad arrivare a 36”. Settimana politica decisiva per la Regione Lazio che si apre con la riunione dei capigruppo convocata per la formazione delle nuove commissioni dopo la decisione di azzerare le tre speciali e dimezzare le altre (da 16 a 8). Il Pd, i cui consiglieri hanno firmato l’impegno a dimettersi assieme a quelli di Idv e Sel, saranno presenti col vicecapogruppo Claudio Moscardelli ma solo “per chiedere la convocazione del consiglio mercoledì dove discutere della mozione di sfiducia alla Polverini”, precisa il capogruppo del Pd Esterino Montino. “Da oggi in poi non parteciperemo più a nessuna riunione di Commissione, Consiglio o qualsiasi altro livello istituzionale regionale”.
“Secondo lei mi devo dimettere?” “Questa è una decisione che non posso prendere io. Non può essere il presidente del Consiglio a risolvere un caso di natura politica”. Ma nel caso in cui la governatrice facesse un passo indietro “seguiremo la procedura di legge che porta a nuove e elezioni”. Questo il succo del dialogo intercorso tra la governatrice Polverini e il Premier Mario Monti. Un incontro durante il quale il professore non sembra aver mostrato alcuna solidarietà. “Quanto sta avvenendo nel Lazio e inaccettabile” – ha dichiarato il capo del governo. Un vertice che sembra essere un’accelerata verso le dimissioni. D’altronde sul leader della Regione Lazio si sono abbattute nelle ultime ore le bordate della chiesa, la freddezza dell’Udc, le critiche degli industriali, la posizione della Corte dei Conti e le dimissioni dell’opposizione. Troppo anche per l’agguerrita Renata Polverini.
Da Gianni Alemanno il monito di “azzerare il centrodestra”. Nulla invece è trapelato dall’incontro durato 40 minuti, con il segretario del Pdl Angelino Alfano. La governatrice al termine non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Dopo un’altra ventina di minuti anche il segretario del Pdl Angelino Alfano ha lasciato la stanza di Montecitorio nel quale si è tenuto il summit insieme al vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. A una parte dell’incontro ha partecipato anche il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto.