Il satellite della Nasa, Upper Atmosphere Research Satellite, come si sa da giorni rientrerà sulla Terra disgregandosi in tanti frammenti non appena avverrà l’impatto con l’atmosfera terrestre.
Quel che non si sapeva è che da ieri è in allerta anche la Protezione Civile del nostro Paese, che ha istituito un comitato tecnico-scientifico composto da esperti dell’Agenzia Spaziale Italiana, Vigili del Fuoco, Ispra, Forze Armate ed Enav, tentando di monitorare le possibili rotte dei frammenti satellitari.
Il probabile impatto con il nostro paese dovrebbe avvenire tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, causando una certa preoccupazione in tutti i paesi del Centro-Nord.
Come ha dichiarato il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli che ha convocato la stampa, insieme all’esperto dell’Asi Franco Marucci, si tratta di un evento che “non ha precedenti nella letteratura degli interventi di emergenza”. Da quanto emerge, il rischio dell’impatto di frammenti sul suolo italiano si aggira attorno all’1%.
Già nel 2002 la Nasa aveva effettuato delle simulazioni ipotizzando che il satellite si sarebbe frammentato a quota 78 km e che alcune componenti di dimensioni variabili, non disintegrandosi del tutto con l’atmosfera, avrebbero potuto raggiungere la terra, compresa l’italia, dopo aver percorso un arco di 800 km.
Previsioni più dettagliate saranno fornite nelle prossime ore dalla Nasa, augurandoci che questa possibilità tale rimanga.