Svolta in Francia sui matrimoni gay? Già ieri erano incerte le voci sull’argomento, sul quale sarebbe sembrato che Sarkozy avesse davvero intenzione di puntare per dare un po’ di energia ad una campagna elettorale dominata dai temi pressanti e scomodi (per l’attuale amministrazione) dell’economia.
Secondo i sondaggi pubblicati dal quotidiano “Le Parisien”, circa il 63% dei francesi sarebbe favorevole ai matrimoni omosessuali e quindi un numero davvero importante di elettori potrebbe essere attratto da un eventuale inserimento di questa tematica nelle proposte elettorali di Sarkozy, il quale però tentenna e non si esprime immediatamente.
Dopotutto deve pur tenere in considerazione la componente cattolica dell’Ump, che è pur sempre un partito di destra e che non rinuncia facilmente ad un’identità conservatrice sull’argomento. Il presidente francese avrebbe aperto alla possibilità di unioni civili, in cui però le coppie gay rimarrebbero escluse dal diritto alle adozioni, fatto che renderebbe l’apertura costituzionalmente problematica.
Le statistiche de “Le Parisien” sono però molto chiare: i favorevoli alle nozze gay sono particolarmente numerosi della Gauche (con il 74% dei favorevoli, fra i giovani sotto i 34 anni (con il 77% degli intervistati favorevoli), mentre fra quanti si dichiarano di destra il dato si porterebbe ad una sostanziale parità (con un 51% dei favorevoli).
Cosa sceglierà di fare Nicolas Sarkozy? Azzarderà una mossa atipica per il suo orientamento politico oppure rimarrà fedele all’ala cattolica, con cui pure si era più volte scontrato (entrando anche più volte in polemica con la santa sede dall’inizio del papato di Ratzinger)?
Per il momento arriva una stringata smentita dall’Eliseo dell’inclusione delle nozze gay fra le proposte elettorali di Sarkozy, senza però negare che in futuro l’argomento possa farne parte. Probabilmente gli analisti della destra stanno fiutando l’aria per valutare come muoversi, sebbene sia improbabile che una tematica come questa, nonostante la sua rilevanza sociale ed etica, possa distrarre a lungo l’attenzione dei francesi dal recente declassamento economico della loro nazione e dal differenziale in crescita fra i propri titoli di stato e quelli tedeschi (proprio come successo all’Italia).