La Santanchè torna al centro delle polemiche mediatiche. L’ex sottosegretario del Governo Berlusconi ha innescato una nuova accesa polemica sul web con le sue dichiarazioni “in difesa” delle forze dell’ordine: “non sparano mai per ammazzare, ma per impedire che qualcun’altro lo faccia”. La frase, postata sul suo profilo Twitter, con il link alla sua pagina Facebook, ha scatenato subito feroci polemiche.
Difatti, la dichiarazione arriva all’indomani della conferma della condanna sia per Luigi Spaccarotella, l’agente ritenuto colpevole per la morte di Gabriele Sandri, sia dell’uccisione di un cileno a Milano per opera di un vigile. La Santanchè inizialmente non aveva specificato a quale episodio precisamente si riferiva. Comunque, il risultato di queste esternazioni sono stati 4 mila commenti in poche ore, tutti a dir poco “negativi”.
Fra tutti, quello del padre di Gabriele Sandri: “Devo pensare che per la Santanchè la legge non è uguale per tutti. Mi dispiace perché noi abbiamo sempre cercato di mandare messaggi diversi, abbiamo affrontato questo processo combattendo contro un individuo che si è macchiato di un delitto e di un gesto scellerato, non certo contro le istituzioni e tanto meno contro la polizia. Ho sempre detto, e ancora oggi voglio ricordare, che le prime persone a spendere parole per Gabriele, e per noi, sono stati il Capo della polizia e il capo dello Stato”.
La polemica è diventata così feroce che l’ex sottosegretario è stata costretta ad intervenire per precisare sia a quale episodio si riferiva effettivamente, sia il suo personale pensiero sull’accaduto. Innanzitutto ecco la sua precisazione postato sul web in cui chiarisce a quale episodio faceva riferimento: “C’è qualcuno che fa finta di non capire. Le forze dell’ordine costrette a usare le armi per contrastare chi sta violando in maniera violenta la legge possono sbagliare valutazione ma di sicuro non agiscono come chi vuole uccidere. Definirli assassini nel senso comune del termine, è un errore che piace a chi è sempre dalla parte dei banditi e non dalla parte dei tutori dell’ordine. Che poi chi sbaglia debba pagare il giusto è tutt’altra ovvia cosa. La mia dichiarazione su Twitter voleva commentare la vicenda attuale del vigile urbano di Milano e non invece quella più complicata del povero tifoso Sandri”.
Poi intervenendo alla trasmissione radiofonica “La Zanzara” su Radio24 ha chiarito anche il suo pensiero sulla vicenda Spaccarotella: “Per me non è un assassino. Ho avuto un lungo colloquio telefonico con il fratello di Sandri. Comprendo il dolore di quella famiglia ma ho chiarito la mia posizione e Cristiano Sandri mi ha detto che capisce cosa volevo dire. Spaccarotella non è un assassino perché quando ha sparato non voleva ucciderlo. Ha sparato alle gomme e alla macchina. Quelli che ammazzano con venti accoltellate e stanno in galera 3 giorni quelli sono assassini. Rivendico quello che ho detto e dico che non sono assassini nel senso comune del termine”.