Non si ferma la protesta in Russia. Nemmeno il freddo (-10 gradi a Mosca) e la neve distraggono il popolo sovietico, che chiede democrazia e libertà. La rivolta contro Wladimir Putin era assolutamente inimmaginabile fino a qualche mese fa. Ora, invece, il governo di Mosca teme che possa andare avanti ancora a lungo. Neanche gli arresti sono riusciti a intimorire i manifestanti.
I 120mila russi scesi in piazza oggi avvertono l’esecutivo: “Il potere siamo noi. Siamo gente pacifica e adesso non andremo ad assaltare il Cremlino. Ma prima o poi lo faremo. Se non cambieranno le cose, lo faremo”. A Mosca oggi c’era un grande assente: Michail Gorbaciov. Glielo hanno impedito gli 80 anni, le condizioni di salute precarie e il freddo gelido. Ma ciò che più conta sono le parole dell’ex leader dell’Unione Sovietica. “Mi vergogno profondamente di aver appoggiato all’inizio l’ascesa al potere di Putin e dei suoi”, ha detto nei giorni scorsi Gorbaciov.
Il popolo russo che conesta è molto eterogeneo. Ci sono nazionalisti, ecologisti, europeisti, democratici, comunisti… Sostengono che elezioni del 4 dicembre sono state viziate da brogli e chiedono che si torni al voto.