Romano Prodi come l’ex governatore di Bankitalia Draghi. Anche il professore ritiene che gli indignati abbiano ragione a protestare. Per il due volte presidente del consiglio “non si capisce bene dove il dissenso possa arrivare. A differenza dei movimenti di quarant’anni fa gli indignati non hanno leader, anche se i loro riferimenti culturali e filosofici sono gli stessi di quelli delle vecchie contestazioni. Ma questo è un movimento che non si ferma, perché è legato al problema della redistribuzione del reddito, che è diventata sempre più iniqua dagli anni ottanta fino ad oggi”.
Il docente di Economia industriale ha bacchettato la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Dovrebbe smetterla di usare questo linguaggio da maestrina: l’Italia i suoi compiti a casa li ha fatti, ora semmai ci manca il tempo per giocare, e questo resterà un problema per il futuro”.
Per ciò che riguarda la nostra economia, il professore è poco ottimista: “L’Italia si dovrà preparare a un anno col segno meno, probabilmente peggiore del -1,3% previsto. I primi due trimestri del 2012 sono già pregiudicati – ha detto Prodi. – E’ difficile pensare al ritorno a una fase di crescita economica senza che vi sia un nuovo patto europeo”.