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Riforme, le opposizioni contro Renzi: “Vedrà i sorci verdi”

Riforme, le opposizioni contro Renzi: “Vedrà i sorci verdi”

E’ scontro totale fra le opposizioni e il governo sulle riforme istituzionali. Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Sel, Fratelli d’Italia ed ex grillini hanno infatti abbandonato i lavori parlamentari, con il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta che ha avvertito: “Vedranno i sorci verdi. Non è accettabile un governo che abbia questi atteggiamenti”. A far infuriare le opposizioni, che hanno chiesto di incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e saranno ricevute al Quirinale martedì prossimo, la richiesta del Pd, votata ed approvata, di proseguire ad oltranza con una seduta fiume sul ddl Boschi sulle riforme, per arrivare all’approvazione di tutti gli articoli entro sabato e al voto finale entro la prima settimana di marzo. Il premier Matteo Renzi ha replicato: “C’è un tentativo di bloccare il governo. Va bene il dialogo, ma noi andiamo avanti anche da soli, non accettiamo ricatti“.

Il Pd, però, è spaccato, con la minoranza che è intenzionata a chiedere al premier una pausa di riflessione, mentre Rosy Bindi, all’assemblea del partito, ha sottolineato che votare le riforme da soli “è una scelta politica“. Stefano Fassina e Pippo Civati, invece, hanno annunciato che non parteciperanno al voto. Anche in Forza Italia vi sono delle divisioni tra berlusconiani e fittiani. Renzi, ai suoi, ha ribadito: “Se passa la logica per cui l’ostruzionismo blocca il diritto e il dovere della maggioranza di fare le riforme è la fine. Minacciano di non votare? Problema loro“. Per il presidente del Consiglio, comunque, la riforma “sarà sottoposta a referendum”. Questa notte, inoltre, si sono verificati momenti di forte tensione alla Camera, dove si è sfiorata la rissa tra deputati del Pd e di Sel, la seduta è stata più volte sospesa e vi sono stati tredici espulsi.

Dopo la mezzanotte, Renzi si era recato a Montecitorio proprio sperando di far cessare l’ostruzionismo, e ha scherzato e discusso con esponenti di diversi partiti, tra cui Forza Italia, ai quali avrebbe spiegato che occorre proseguire con le riforme che sono bloccate da otto mesi, e se non si riesce a votarle si va alle elezioni. Il Movimento 5 Stelle vorrebbe che venga accantonato e discusso eventualmente in un secondo tempo l’articolo 15 del disegno di legge, riguardante il quorum dei referendum abrogativi, mentre il Pd sarebbe disposto ad accantonare tale articolo, ma sempre proseguendo la seduta fiume, dato che il ministro Boschi vorrebbe che il testo approvato dal Senato in prima lettura sia modificato il meno possibile, di modo che poi a Palazzo Madama venga confermato quanto deciso ora alla Camera.

In serata è ripresa l’assemblea dei deputati Pd, interrotta nel pomeriggio, chiamata a votare la relazione del premier che impegna a continuare sulle riforme. L’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani ha chiesto di aprire al confronto con le opposizioni, utilizzando “il metodo Mattarella“, mentre Renzi ha detto di non vedere “nessun motivo politico per interrompere la seduta fiume in aula” sulle riforme, pur dicendosi disposto a “mantenere aperto il dialogo“. Si va dunque avanti a oltranza, e il voto finale rimane fissato per l’inizio di marzo. Al termine dell’assemblea non c’è stato nessun voto, ma il capogruppo Roberto Speranza, chiudendo l’incontro, ha detto che la minoranza rispetterà la linea assunta dal segretario.

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