La Camera ha approvato con 357 si, 125 no e 7 astenuti il disegno di legge sulle riforme costituzionali, che ora dovrà tornare al Senato. Hanno votato a favore Pd e Area popolare (Ncd più Scelta Civica), mentre hanno votato contro Forza Italia, Lega, Fdi-An e Sel. e i deputati del Movimento Cinque Stelle non hanno partecipato al voto. Ci sono state però divisioni all’interno di Pd e di Forza Italia. I democratici hanno votato tutti a favore, tranne tre deputati che si sono astenuti e quindici che non hanno partecipato al voto, fra cui Pippo Civati, Stefano Fassina e Francesco Boccia; la minoranza interna ha ribadito la sua contrarietà, e Gianni Cuperlo, Rosy Bindi e Alfredo D’Attorre hanno avvertito che, se non vi saranno modifiche, questo sarà l’ultimo loro voto favorevole.
L’ex segretario Pierluigi Bersani, invece, ha dichiarato dopo il voto: “Se si vota oggi cosi com’è la riforma costituzionale, poi bisogna cambiare la legge elettorale. Chiedo di modificarla. Altrimenti io non sarei in grado di votarla“. Soddisfatto, al contrario, il premier Matteo Renzi, che su Twitter ha parlato di “Un Paese più semplice e più giusto“. In Forza Italia, i cui deputati hanno votato contro, diciotto “verdiniani” hanno firmato un documento indirizzato al leader Silvio Berlusconi in cui hanno espresso il loro “profondo dissenso“, spiegando di votare no solo per “affetto” verso l’ex Cavaliere, dicendosi “convinti della bontà del percorso che era stato avviato con il cosiddetto “patto del Nazareno” e criticando la gestione del gruppo della Camera, dove, scrivono, “quotidianamente” vi è “un deficit di democrazia“, e dell’intero partito.
Secondo un retroscena dell’Adnkronos, Berlusconi, in mattinata, avrebbe rivolto un appello ai suoi dicendo: “E’ un giorno difficile, vi chiedo di essere uniti, non è il momento delle divisioni…” Per il M5S, invece, era presente in aula solo Danilo Toninelli, che intervenendo durante le dichiarazioni di voto ha affermato: “E’ davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l’orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti“. Con l’approvazione odierna alla Camera del disegno di legge sulle riforme si va quindi verso la fine del bicameralismo perfetto.
Il nuovo Senato sarà composto da 95 senatori eletti dai consigli regionali e cinque nominati dal presidente della Repubblica e avrà piena competenza solo sulle leggi costituzionali, mentre la Camera potrà non prendere in considerazione eventuali richieste di modifica a leggi ordinarie avanzate da Palazzo Madama. Sarà inoltre solo la Camera a votare la fiducia al Governo. I senatori godranno dell’immunità parlamentare ed eleggeranno il capo dello Stato in seduta comune con i deputati. La riforma costituzionale apporterà modifiche anche al Titolo V della Costituzione, facendo tornare allo Stato le competenze in diverse materie. Viene inoltre cancellata la norma secondo cui le province sono ente costitutivo della Repubblica e viene soppresso il Cnel.