Quello sull’energia è un dibattito sempre aperto, divenuto ancora più acceso dopo la tragedia di Fukushima, dove le centrali nucleari sono andate in tilt a causa del terremoto e dello tsunami dello scorso anno. Le conseguenze della catastrofe si fanno sentire ancora oggi, tant’è che i civili non possono avvicinarsi all’area per un raggio di 20 km. Ma la popolazione vorrebbe che quel limite fosse alzato, vista la potenza della radizioni.
La centrale nucleare a energia elettrica più vecchia al mondo si trova nel Regno Unito, a Oldbury, vicino a Thornbury, South Gloucester. Fu costruita quasi mezzo secolo addietro, nel 1967. Ormai è obseta, ma sbarazzarsene non sarà affatto semplice. E, soprattutto, sarà parecchio costoso. Ci vorrà oltre un miliardo di euro per la bonifica dell’area interessata. L’operazione sarà conclusa in quasi un secolo: dovrebbe essere terminata solo nel 2101. Nonostante le problematiche create dalla centrale, essa era in grado di fornire appena una città di media grandezza. Insomma, se si calcolano benefici e costi, si capisce subito come i secondi siano di gran lunga superiori ai primi.
Per una centrale che chiude, ce n’è una che nel Regno Unito apre. Entro il 2025 sarà costruita una centrale nucleare a elettrica di nuova generazione. La Gran Bretagna non ha infatti alcuna intenzione di retrocedere rispetto a questo percorso.
Tornando alla centrale di Odlbury, va detto che da tempo funzionava un solo reattore. L’altro doveva rimanere acceso fino al dicembre del 2012. Ma visto che i costi erano diventati insostenibili, si è optato per lo smantellamento anticipato. Gli operai sono già passati da 450 a 350 e a mano a mano diminuiranno ulteriormente.
Nella Gran Bretagna è molto vivace il dibattito sulla produzione di energia. Stando ai sondaggi, il 51% della popolazione è favorevole al nucleare. In Italia, come hanno dimostrato anche i referendum dello scorso anno, il nucleare non lo vuole proprio nessuno, a parte la classe politica e imprenditoriale.