Agosto è stato il mese che ha visto un boom di nascite, nel mare del Golfo di Taranto, per i delfini della specie cosiddetta Stenella. A scoprirlo, il team di ricercatori dell’associazione Jonian Dolphin Conservation che studia la presenza di questi animali. E solo nel mese di agosto, nel Golfo di Taranto, sono stati monitorati ben 120 delfini.
La scoperta è del 16 agosto, quando al tramonto gli studiosi dell’associazione hanno visto – dopo qualche giorno di totale e inconsueta assenza – tantissimi cuccioli di Stenella, sorvegliati dal loro branco.
”La lunghezza dei cuccioli – spiega Vincenzo Prunella, universitario e responsabile scientifico dell’organizzazione – circa 90 centimetri, dimostra che questi erano nati da pochi giorni nelle nostre acque, un’ulteriore conferma di quanto già documentato da tempo dalla Jonian Dolphin Conservation: il Golfo di Taranto è una delle pochissime ‘feeding ground’ del mondo, ovvero una zona in cui la Stenella striata, trovandovi le condizioni ambientali e alimentari ottimali, riesce contemporaneamente a riprodursi e a vivere”.
Le Stenelle, d’altra parte, come spiega lo studioso, hanno due stagioni riproduttive, a fine inverno e in estate, intervallo di tempo che consente alle femmine del branco di aiutarsi a vicenda nei momenti del parto e dei primi giorni di vita dei cuccioli. Ogni femmina di Stenella striata ha una gestazione di 12-13 mesi circa e partorisce un solo cucciolo del peso medio di circa 12 chili. Lo svezzamento avviene verso i due anni di età, e la maturità sessuale avviene attorno ai nove anni, mentre ogni esemplare può vivere addirittura fino a 58 anni.
”L’avvistamento avvalora la tesi di Jonian Dolphin Conservation che classifica il Golfo di Taranto tra le poche aree estremamente delicate e strategiche per la riproduzione e il sostentamento delle popolazioni di Stenella Striata, una specie di delfino che svolge l’intero ciclo vitale nel nostro mare”, conclude Prunella.
Tra le coste della nostra penisola, solamente quelle della Sicilia e della Liguria si trovano altre “feeding ground” come quella tarantina.