Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Rapì una bambina per far reincarnare la madre morta, condannata

Rapì una bambina per far reincarnare la madre morta, condannata

Un tribunale in Svizzera ha condannato una squilibrata psichiatra a tre anni di carcere per il rapimento di una bambina in Romania in modo che potesse “reincarnare” la madre morta. Albumel Constanta, 40 anni, e suo marito hanno viaggiato per 800 miglia dalla loro casa a Zurigo verso la città rumena di Timisoara, dove hanno rubato una neonata da un ospedale pediatrico locale. Il tribunale di Zurigo ha sentenziato che Albumel ha compiuto rituali sciamanici e canti sulla bambina, nel tentativo di riportare in vita lo spirito di sua madre morta, attraverso la reincarnazione.

La donna, madre di due figli, avente la cittadinanza svizzera, ma originaria di Bucarest, con il tempo è diventata sempre più ossessionata dall’idea di rapire, proprio in Romania, una bambina, nel cui corpo la defunta madre avrebbe dovuto reincarnarsi. Suo marito, un esperto di tecnologia per una banca svizzera, si è reso complice insieme alla moglie del rapimento, sotto minaccia da parte della donna di un eventuale divorzio.

Era il 18 ottobre 2009 quando la coppia percorse 800 miglia attraverso la Svizzera, l’Austria e l’Ungheria per la città di Timisoara in Romania. Il marito della psichiatra ha realizzato un buco nella recinzione dell’ospedale pediatrico locale, in modo che la donna, furtivamente, è riuscita ad entrare e infiltrarsi in un reparto, dal quale ha poi rapito la piccola.

Tornati nella loro casa a Zurigo, utilizzando documenti falsi, hanno registrato la piccola come la loro bambina. Tuttavia l’interpol, allertata dalla polizia romena, ha arrestato la coppia due mesi dopo. Il giudice Peter Marti ha equiparato il loro crimine all’omicidio, dicendo: “Siete stati spietati, cinici ed egoisti”. Il giudice ha condannato a tre anni di carcere la donna, rifiutando la possibilità che potesse essere sottoposta ad un trattamento sanitario psichiatrico, dal momento che vi era il pericolo di reiterazione del reato. Il marito, invece, il quale aveva sempre detto di essere stato minacciato dalla moglie è stato condannato a due anni di pena sospesa.

La piccola è stata restituita ai suoi genitori, i quali hanno ricevuto 33 mila sterline a titolo di risarcimento.

Lascia un commento