Il decreto legge per il riordino delle Province italiane è pronto e verrà presentato in Consiglio dei ministri durante la prima riunione di novembre, senza alcuna deroga, nonostante i malumori che ne hanno accompagnato l’iter sin dall’inizio.
I tagli riguarderanno ben 36 Province. La legge prevede infatti che tutti gli enti con meno di 350mila abitanti e sotto i 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpati, nell’ottica del risparmio e della funzionalità. Una decina di altre Province verranno eliminate dalle Regioni a Statuto speciale, mentre per tutte è previsto il commissariamento a partire da giugno 2013 per consentire la riorganizzazione, con la possibilità concreta di trasferimento dei dipendenti.
Oltre alle modifiche strutturali e burocratiche, il cambiamento sarà anche di natura politica in quanto i consiglieri non verranno più eletti dai cittadini, ma dai consiglieri comunali.
Una volta applicato il riordino, si passerà da 86 a 50 Province, incluse le Città metropolitane.
Indicativamente, in base al criterio prescelto, il nuovo regime vedrà le seguenti modifiche:
PIEMONTE
Restano le Province di Torino (Città metropolitana) e Cuneo, mentre verranno accorpate Asti e Alessandria e la stessa sorte toccherà a Vercelli, Biella, Verbano/Cusio/Ossola e Novara.
LOMBARDIA
Si salvano Milano (Città metropolitana), Bergamo, Brescia e Pavia. Previsto invece l’accorpamento in un unico ente per Como, Monza Brianza, Varese e per Lodi, Mantova, Cremona. Incerta la sorte di Sondrio e Lecco in quanto Sondrio potrebbe mantenere la Provincia perché si tratta di territorio in zona di montagna.
VENETO
Vengono mantenute le Province di Venezia (Città metropolitana), Verona e Vicenza. Saranno accorpate Padova e Rovigo, mentre non è certa la fusione di Treviso e Belluno, per la quale potrebbe essere concessa una deroga perché si tratta di zona montagnosa.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Questa Regione dovrebbe mantenere le attuali Province, alle quali verranno assegnati tuttavia unicamente compiti consultivi.
LIGURIA
Nessuna modifica per Genova (Città metropolitana) e La Spezia; prevista invece la fusione di Savona e Imperia.
EMILIA ROMAGNA
Grandi cambiamenti per la Regione, che manterrà soltanto le attuali Province di Bologna (Città metropolitana) e Ferrara, mentre si procederà alla fusione di Modena e Reggio Emilia; Parma e Piacenza; Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini.
TOSCANA
Firenze (Città metropolitana) è l’unico ente toscano che resterà invariato; saranno accorpate invece Grosseto, Siena e Arezzo; Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato; Pisa e Livorno.
UMBRIA
E’ prevista l’unione di Perugia e Terni.
MARCHE
Restano le Province di Ancona e Pesaro/Urbino. Accorpate Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
LAZIO
Invariata la condizione di Roma, Città metropolitana, mentre Frosinone verrà unita a Latina, e Rieti a Viterbo.
ABRUZZO
La Regione avrà solo due Province, quella di L’Aquila/Teramo e quella di Pescara /Chieti.
MOLISE
Provincia unica in Molise, con l’accorpamento di Campobasso e Isernia.
BASILICATA
Anche la Basilicata avrà un’unica Provincia grazie all’unione di Potenza e Matera.
CAMPANIA
Si salvano le Province di Napoli (Città metropolitana), Caserta e Salerno, mentre verranno accorpate Avellino e Benevento.
PUGLIA
Quattro le Province previste: restano Bari (Città metropolitana) e Lecce, mentre si uniranno in un unico ente Foggia e la cosiddetta BAT, costituita attualmente da Barletta/Andria/Trani e Brindisi e Taranto.
CALABRIA
Tre Province per la Calabria, dove resta invariata solo quella di Reggio Calabria (Città metropolitana). Accorpate invece Cosenza e Crotone; Catanzaro e Vibo Valentia.
SARDEGNA
Le Province della Sardegna sono state dimezzate mediante referendum, passando da 8 a 4, e sono: Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano.
VALLE D’AOSTA, TRENTINO ALTO ADIGE E SICILIA
Queste Regioni restano invariate.
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