Il Presidente del Senato Renato Schifani ha avuto un bel da fare ieri con i parlamentari leghisti, i quali a quanto pare non conoscono neanche un minimo di galateo parlamentare ed in mancanza di buone argomentazioni o numeri predominanti con cui imporre il proprio punto di vista, si rifugiano in meschine, quanto inutili, manifestazioni con tanto di slogan e cartelli.
Schifani aveva capito subito che qualcosa sarebbe andato storto durante la seduta di ieri, richiamando all’ordine più volte i parlamentari col fazzoletto verde, che piuttosto che fare il proprio dovere avevano parlottato tutto il tempo: “ma cosa c’è questa mattina, abbiamo i nervi tesi? Basta, non siamo allo stadio! Senatore Calderoli, tolga quel cartello!”
Purtroppo non c’è stato modo di risolvere la cosa in maniera civile, come spesso accade con i parlamentari leghisti, i quali piuttosto che essere redarguiti dal richiamo del Presidente del Senato l’hanno appellato con termini degni dei peggiori maleducati (in quanto dire “scaricatori di porto” recherebbe certamente offesa a questi ultimi nel paragone). Non importa poi tanto se “buffone” oppure “vai a c…” o ancora “faccia di m…” siano stati lanciati a Monti oppure a Schifani. Resta inaccettabile che simili comportamenti vengano tenuti in Parlamento!
Oltre al chiasso ed agli insulti ci sono stati gli ormai soliti cartelli, su cui la Lega ha scritto i soliti slogan piazzisti: “non è una manovra, è una rapina“, “giu le mani dalle pensioni” oppure “basta tasse“. A dir poco ridicole le scene che hanno visto Roberto Calderoli ed altri tre parlamentari leghisti scappare dal commesso dell’aula per tentare di mantenere il possesso dei vituperati cartelli. Scene da scolaresca indisciplinata, non da rappresentanti del popolo italiano!
Mario Monti, presente in Aula per riferire al senato sull’ultimo vertice europeo, non ha fatto neanche la minima reazione alla pantomima dei leghisti. Piuttosto ha ironizzato con freddezza pungente una volta risolti i disordini: “sto valorizzando un punto sul quale si è molto speso il precedente governo (…) scusatemi se valorizzo il parlamento” ha detto quindi con uno sguardo inespressivo, ma inequivocabilmente rivolto ai banchi dei parlamentari padani ancora rossi in viso per l’allegra buffonata di pochi minuti prima.
“Le contestazioni a Monti sono una cosa normale, il Paese è in difficoltà” ha detto Bossi ai giornalisti, dimenticando forse che esistono mezzi meno ridicoli di protesta parlamentare; ma alle reazioni indignati dei colleghi i parlamentari leghisti non si adombrano, anzi, promettono nuove e più incisive proteste per il futuro.