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Manovra, fiducia anche dal Senato tra i fischi dei leghisti. Schifani: “Vergognatevi”

Manovra, fiducia anche dal Senato tra i fischi dei leghisti. Schifani: “Vergognatevi”

Ci risiamo. La Lega non fa differenza tra Camera e Senato per manifestare in maniera a dir poco eclatante  il  dissenso verso questo governo e questa manovra “lacrime e sangue”. Stavolta ha adottato un nuovo metodo,  non solo i soliti striscioni ma anche “fischietti”.

Ma andiamo con ordine. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, intervenendo a Palazzo Madama, aveva ufficializzato la richiesta del governo di chiedere  la fiducia sulla manovra in Aula al Senato, dopo averla già incassata alla Camera.

Fin qui nulla di eclatante, ma subito dopo che il governo ha posto la fiducia, il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha dovuto sospendere la seduta. Dai banchi del carroccio  i senatori della Lega  hanno iniziato ad usare dei fischietti nel tentativo di impedire al Ministro Giarda di prendere la parola ed iniziare il suo discorso.

“Vergognatevi, questo è uno scempio del Parlamento. Questo non è uno stadio, è il Parlamento, basta! Siamo veramente caduti in basso”, queste le parole usate dal Presidente del Senato nei confronti dei senatori leghisti. Schifani non si e fermato a questa sola esortazione:  “Avete trasformato il Senato in uno stadio e mi stupisco che anche il capogruppo fa queste cose”.

Il Presidente, visto che i suoi ripetuti inviti non venivano minimante accolti dai rappresentati leghisti, ha poi esortato il rappresentante del governo a iniziare lo stesso il suo discorso nonostante il frastuono. Ma i fischi leghisti non sono cessati.

A quel punto la sospensione della seduta si era resa obbligatoria.  Prima che venisse sospesa la seduta, bisogna aggiungere che alcuni senatori del Pd hanno avuto il tempo per gridare  le loro invettive: “Fascisti” rivolto ai  leghisti. Ed è arrivato anche un “non fate i cretini”.

Ma la Lega non si è fermata alla sola protesta sonora. I senatori leghisti hanno esposto uno striscione scritto in verde su un sfondo bianco su cui c’era scritto: “Governo ladro”.

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