L’indagine in corso su casi di pedofilia commessi da esponenti del mondo della Chiesa ai danni di bambini e adolescenti, e che sono stati compiuti nel trentennio che va dal 1950 al 1980, non manca di rivelare ulteriori dettagli e sorprese. Le ricerche effettuate hanno dimostrato che gli abusi sessuali compiuti sui bambini tedeschi erano atti premeditati.
Sembra che i funzionari della Chiesa manipolassero psicologicamente le proprie vittime, al fine di estorcere appagamento sessuale, evitando delle possibili ritorsioni. Oggi, il giornale tedesco Bild, ricordando che nulla è successo per caso, ha messo in evidenza che i sacerdoti utilizzavano la stessa fiducia dei bambini per poter abusare di loro.
Stephan Ackermann, vescovo responsabile della Cei tedesca, ha raccontato che i sacerdoti conquistavano la fiducia delle piccole vittime per mezzo della confessione e della preghiera. Il vescovo ha aggiunto che, fino ad oggi, sono state quasi 8.500 le segnalazioni di abusi, in merito alle testimonianze che hanno permesso di ricostruire la terribile vicenda. Le vittime si contano in 1.200 vittime. Ackermann ha anche aggiunto che le indagini continueranno perché teme che il tempo abbia sepolto centinaia di altri casi.
Le preferenze dei preti pedofili si sono orientate, nel tempo, preferibilmente verso vittime di sesso maschile. I funzionari religiosi cercavano di sfruttare gli effetti psicologici determinati dalla preghiera e andavano a sottomettere i fedeli più piccoli sfruttando quella che era la loro devozione. Il tutto con una forza tale da indurli ad un silenzio che è durato oltre 30 anni. Le violenze sessuali sono emerse dopo che un primo caso è stato denunciato nel 2010. Da allora una lunga indagine, che ancora non si appresta ad essere conclusa, come ha riferito il vescovo della Cei tedesca, ha dato il via a tutta una serie di confessioni e di testimonianze registrate da un numero verde istituito proprio dalla stessa commissione d’indagine.
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