Insistenti prese in giro, quelle sui suoi capelli rossi, che l’hanno trascinata nel tunnel dell’anoressia – arrivando a pesare 31 chili – e, di conseguenza, ad un passo dalla morte. È la storia dell’inglese Annabel Norris, ragazza dell’area metropolitana di City of Leeds nel West Yorkshire, che parla di – quasi – morte e rinascita.
L’inizio dei problemi di Annabel ebbe luogo a scuola, all’età di 13 anni, dove una gang di ragazzi l’aveva presa di mira schernendola spesso riguardo al suo colore di capelli. L’appellativo da loro dato alla ragazza era “ginger bitch”, traducibile in italiano come “puttana dai capelli rossi”. Non contenti, erano soliti mandarle mail contenenti prese in giro come “grassa vacca rossa”. La mole di offese e derisioni portò Annabel ad iniziare a tingersi i capelli ogni settimana di un colore differente, oltre che a cominciare esercizi fisici, divenendo così ossessionata dalla sua apparenza. La stessa Annabel racconta adesso, con le parole di seguito, l’origine della sua caduta nell’anoressia. “Iniziai a maturare un odio verso i miei capelli rossi ed il mio peso, così pensai che l’unica via per essere accettata fosse di cambiare diversi colori di capelli e smettere di mangiare”, spiega Annabel. “Stavo scappando via dai miei capelli rossi, li avevo incolpati di aver rovinato la mia vita”.
Con l’obiettivo di cambiare totalmente il suo lato esteriore, Annabel iniziò a non mangiare più. Saltava la colazione, gettava via il pranzo portato a scuola ed evitava la cena. Il suo unico pasto giornaliero consisteva in due piccoli tubetti di caramelle sugar-free, per un totale di 50 calorie al giorno. Ad aggravare l’alimentazione inesistente erano anche gli esercizi fisici: la ragazza inglese prese, infatti, ad allenarsi fino a due ore al giorno, arrivando a fare anche 3.000 addominali alla volta.
La mamma Dorianne, allarmata da questi ritmi, portò la figlia dal dottore e, una volta diagnosticata l’anoressia, le fu ordinato il ricovero all’ospedale.
“Dopo quattro mesi di terapia intensiva tornai a pesare 55 chili”, racconta Annabel. “Mi fu permesso di tornare a casa ma, appena tornai a scuola, le forme di bullismo verso di me ricominciarono peggiori che mai, così tornai alle mie vecchie abitudini di alimentazione ed esercizi fisici”.
La ricaduta fu anche peggiore delle origini, Infatti, la ragazza inglese racconta di come in otto mesi fosse tornata a dimagrire inesorabilmente. Annabel, priva ormai anche delle forze necessarie per alzarsi dal letto, tornò all’ospedale per la seconda volta: arrivò a pesare solo 31 chili. I medici scoprirono che il suo cuore si era praticamente rinsecchito per la carenza di alimentazione e che la ragazza era, ormai, a circa 12 ore dalla morte: un’altra nottata nel letto di casa avrebbe potuto esserle fatale.
Annabel passò tre mesi all’ospedale venendo alimentata attraverso delle flebo. Inoltre, si rese necessaria la psicanalisi per superare la terribile malattia.
La mia esperienza così vicina alla morte mi ha fatto realizzare quanto veramente volessi vivere. Ha cambiato la mia prospettiva sulla vita.
Non sempre le vittime del bullismo scolastico riescono ad affrontare la situazione, come ci dimostra l’agghiacciante episodio di un connazionale di Annabel, Michael Raven, toltosi la vita con l’impiccagione a soli 12 anni perché stanco delle prese in giro riguardo al suo autismo. Tuttavia, la ripresa dall’anoressia ha rappresentato un punto di svolta per lei: ha iniziato a riprendere peso a piccole dosi, riacquistando pian piano la forma. Adesso Annabel è guarita completamente, è diventata una parrucchiera ed è fiera dei suoi capelli rossi.
Il prossimo anno si terrà un evento di carità da lei organizzato, un lancio di paracadutismo i cui fondi andranno alla Beating Eating Disorders, organizzazione che fornisce supporto alle persone affette da disordini alimentari.