Salva i direttori, forse, ma è di fatto un attacco alla democrazia. Il sì del Senato alla norma “Salva-direttori”, inserita nel Ddl Diffamazione dal relatore Berselli, quella che prevede in sostanza che per lo stesso reato della diffamazione il giornalista vada in carcere fino a un anno, mentre al direttore e al vicedirettore responsabile tocchi “solo” il pagamento di una multa fino a 50mila euro, scatena la rivolta dei giornalisti. Sulla norma il governo è stato battuto. Il sottosegretario alla Giustizia, infatti, aveva dato parere contrario “per ragioni tecniche”.
Votano a favore il Pdl, la Lega e Coesione Nazionale. Il Pd dice “no” (ma in molti non prendano parte al voto) insieme all’Udc e all’Idv. Gerardo D’Ambrosio non partecipa alla votazione e critica pesantemente la norma soprattutto da un punto di vista giuridico. “Così com’è scritto questo emendamento è un obbrobrio giuridico. È una sceneggiata incredibile”. I giornalisti insorgono, viene proclamato lo sciopero per lunedì ma nella giornata di oggi sembra esser stato, almeno per il momento revocato in seguito all’intervento del presidente del Senato Schifani. A darne l’annuncio sulla sua pagina Facebook il presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino.
“Lunedì non ci sarà lo sciopero contro il ricatto della nuova legge sulla diffamazione. Una lettera impegno del presidente Renato Schifani e un invito della Fieg sono stati considerati elementi utili per una sospensione. Schifani ha aiutato Odg e Fnsi nella tormentata vicenda della legge sull’equo compenso. Il suo intervento meritava considerazione. La Fnsi renderà noti altri particolari”.
Berselli aveva difeso la sua proposta negando gli effetti sull’art.57 del codice penale. Secondo lui, infatti, “c’è una diversità sostanziale tra l’autore dell’articolo e il direttore”. “Non possiamo abbandonare il relatore ai cannoneggiamenti della sinistra che parlano di attacchi sistematici” aveva detto Roberto Castelli al resto del centrodestra dopo aver sostenuto le ragioni della norma che differenzia la pena per giornalisti e direttori. Achille Serra dell’ Udc fa un paragone con il furto: palo e ladro hanno la stessa pena. Perché giornalista e direttore no? Vincenzo Vita (Pd) infine non ha dubbi: “Questo testo è un vero pasticcio e non ha senso”