Ammonta a ben 5 miliardi di dollari la cifra chiesta dal presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama all’agenzia di rating Standard and Poor’s per aver ingannato gli investitori sui mutui subprime. Il dipartimento di Giustizia statunitense ha così intentato una causa civile contro l’agenzia colpevole di “aver gonfiato” le valutazioni sui bond e di avere “sottostimato il rischio legato ai titoli”, nel tentativo di aggiudicarsi un maggior numero di clienti tra le banche che emettevano gli stessi bond in questione. L’agenzia, di contro, contesta le accuse ritenendole senza fondamento.
Il ministro della Giustizia Eric Holder ha spiegato di mirare a far pagare all’agenzia la cifra più alta mai chiesta per un procedimento legale di questo tipo e collegato alla crisi finanziaria. Il tutto mentre l’agenzia, per mezzo di una nota, ha invece ribadito di aver assegnato delle valutazioni “che riflettono il giudizio migliore possibile in ogni data occasione”.
Holder, nel corso della conferenza stampa nella quale ha parlato delle 120 pagine che sono state depositate presso il tribunale di Los Angeles, ha precisato, però, che tale procedimento “non ha legame con il downgrade degli Stati Uniti”, deciso nell’estate 2011 da Standard and Poor’s, che per la prima volta tolse a Washington la “tripla A” in ordine alla questione e alla diatriba sul tetto del debito. Sono state escluse dal procedimento Moody’s e Fitch, che in un primo tempo sembravano invece coinvolte.