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Nozze gay, primo sì anche da Londra

Nozze gay, primo sì anche da Londra

Dopo il voto di sabato scorso a Parigi, la legge sui matrimoni gay ha ricevuto anche nel Regno Unito un via libera a dir poco storico dalla Camera dei Comuni, scatenando, però, un prevedibile terremoto all’interno del partito conservatore del Paese. La maggior parte dei voti contrari, 175, secondo la BBC, arriva dai Tory, e rappresenta più della metà dei deputati. La maggioranza è stata ottenuta grazie ai voti, che si sono rivelati fondamentali dei deputati Labour e Libdem, che hanno permesso di raggiungere i 400 voti.

Il premier David Cameron, già prima del voto, ha ricordato l’importanza di questa legge che renderà più forte il Paese, rappresentando un notevole passo in avanti. Il dibattito alla Camera si era aperto con la relazione del ministro della Cultura, Maria Miller, la quale ha ricordato come il “concetto di matrimonio sia cambiato negli anni. Tutte le coppie che si prendono un impegno per tutta la vita devono poterlo chiamare matrimonio, senza differenza fra coppie di due sessi diversi o dello stesso sesso”.

I conservatori dissidenti hanno espresso quelle che sono le loro opinioni, ma sono stati criticati anche dai membri del loro stesso partito. Il deputato tory Roger Gale ha ribadito: “Il matrimonio è un’unione fra uomo e donna, lo è stato nella storia e deve rimanere tale. Siamo nel territorio di Alice nel Paese delle meraviglie, si sta tentando di riscrivere il vocabolario“. Se fino ad oggi la legge del Regno Unito consentiva soltanto le unioni civili che comunque offrivano agli omosessuali tutta una serie di garanzie in ordine ad alcune materie come l’eredità, la pensione o il mantenimento dei figli, grazie all’introduzione del ‘Marriage (Same Sex Couples) Bill’, le coppie gay potranno unirsi in matrimonio e godranno degli stessi diritti normalmente riservati alle coppie sposate eterosessuali. Inoltre, le unioni civili potranno essere convertite in matrimoni. Ora il provvedimento passerà all’esame della House of Lords nel prossimo mese di maggio, salvo poi tornare alla Camera bassa dei Comuni per il secondo voto.

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