Almeno 16 persone sono rimaste uccise nel corso di un attacco armato in una chiesa cristiana di Otite, nel centro della Nigeria. La notizia del massacro è stata resa nota da un responsabile delle forze armate del Paese africano, il tenente colonnello Gabriel Olorunyomi, aggiungendo che gli assalitori hanno fatto irruzione nel tempio cristiano ieri sera sul tardi, quando i cristiani si erano radunati per pregare. Testimoni hanno riferito che gli assalitori sono arrivati a bordo di una Toyota ed hanno iniziato a sparare indiscriminatamente.
Alcuni residenti locali hanno accusato dell’eccidio alcuni membri della setta islamista dei Boko Haram. Secondo quanto scritto dal “Nigerian Tribune” i terribili fatti sarebbero accaduti in un tempio della “Deeper Life Bible Church”. Gli estremisti avrebbero poi bloccato l’ingresso alla chiesa, spento le luci e aperto il fuoco contro i fedeli che nel frattempo cercavano di scappare. Tra le vittime ci sarebbero anche numerose donne. Già nel mese scorso fli estremisti hanno tentato di attaccare un’altra chiesa nei pressi di Okene, ma in quella circostanza furono bloccati dalle forze di sicurezza.
Molti dei proiettili sparati hanno sfiorato anche gli automobilisti che intanto passavano all’esterno della chiesa ed un gruppo di studenti che era fermo poco lontano e che si è dato alla fuga. Dopo una ventina di minuti, gli assalitori sono andati via, lasciando dietro di sè almeno 16 morti e un numero ancora non preciso di feriti. Le autorità locali hanno affermato che le ricerche degli assassini sono ancora in corso, ma purtroppo, raramente, si è giunti a qualche risultato.
Nel frattempo, il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha condannato la richiesta giunta proprio dagli estremisti di Boko Haram, che invitavano a dimettersi e convertirsi dal cristianesimo all’islam. “Quando i nigeriani votarono Jonathan come loro presidente, sapevano che stavano votando per un cristiano”, ha dichiarato il portavoce del presidente, che in quanto tale è leader sia dei musulmani sia dei cristiani.
