Aleggia il mistero intorno a quelle che sono le reali condizioni di salute di Hosni Mubarak, l’ex presidente egiziano, 84 anni, condannato all’ergastolo per aver organizzato e approvato l’uccisione di oltre 800 manifestanti nei giorni della rivoluzione di gennaio e febbraio 2011. Così, a 16 mesi dalle dimissioni e ad appena una settimana dalla condanna, la fine per Mubarak sembra vicina.
Infatti, come riferito dalle autorità del carcere di Torah, a sud de Il Cairo, dove l’ex presidente è detenuto, la salute dell’uomo è entrata in una fase pericolosa. Le guardie spiegano che solo oggi Mubarak ha potuto respirare grazie all’ausilio di una macchina, aggiungendo che Mubarak ha anche subito diversi shock e fa fatica a respirare autonomamente.
Sembra che dopo la lettura della sentenza che lo ha condannato all’ergastolo, Mubarak abbia implorato di non essere portato in prigione, preferendo, come hanno asserito i suoi fedelissimi, la morte all’essere rinchiuso nel supercarcere di Torah, dove si trova attualmente insieme ai figli. La morte a questo punto potrebbe essere imminente. Già durante il trasferito dalla gabbia del processo al carcere, Mubarak aveva avuto un primo infarto, facilmente potrebbe ora insorgere un ictus causato dal rallentamento del muscolo cardiaco.
I medici del centro di terapia intensiva della prigione hanno raccomandato il trasferimento di Mubarak presso un ospedale militare o presso il Centro medico internazionale, dove è stato per 10 mesi in attesa della sentenza. Secondo i medici l’84enne ex presidente soffrirebbe di una profonda depressione, di problemi neurologici e di shock psicologico, ma stabile seppur nella sua fase di deterioramento.
Ad avvalorare la tesi di una morte ormai prossima sarebbe anche la visita della moglie Suzanne, accompagnata dalle due nuore. Le tre donne avrebbero ottenuto un permesso speciale proprio in virtù della gravità della situazione. Nel frattempo i siti web egiziani sono scatenati e ritengono che Mubarak sia tenuto in vita artificialmente o, addirittura, sarebbe già morto. Non ci resta che attendere per conoscere la verità. Forse.