Secondo i sindacati la situazione è troppo grave, si “rischiano nuove tensioni sociali e serve subito un piano per il lavoro” hanno detto in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil al Presidente del Consiglio Mario Monti, che a sua volta si è schermito affermando di ricercare con i sindacati la “massima intesa in tempi stretti“. Ieri si sarebbero svolti dei colloqui fra Monti ed i leader dei tre maggiori sindacati per discutere la richiesta di questi ultimi al governo di “cambiare rotta e avviare il confronto con le parti sociali, dalla riforma del mercato del lavoro alle misure per la crescita.”
Secondo il segretario della Cgil, Susanna Camusso, la crisi economica incomincerà a far sentire il suo impatto nei prossimi mesi, specialmente “sull’occupazione e sui redditi. Il rischio che cresca il conflitto sociale man mano che cresce la disuguaglianza è reale. Anche per questo è meglio che il governo abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora e apra un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell’occupazione”.
Secondo Raffaele Bonanni, leader della Cisl, il problema del conflitto sociale si estenderà solo se il comportamento del governo non sarà irresponsabile: “la Cisl chiede una concertazione vera su tutti i temi economici e sociali. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato. Non accetteremo pacchetti preconfezionati o ispirati da altri” ha terminato lanciando evidentemente una stoccata alle presunte ingerenze tedesche sull’operato di Monti.
Luigi Angeletti, della Uil, ha invece voluto specificare che il suo sindacato non intende sfruttare il conflitto sociale per ottenere rivendicazioni, in quanto sarebbe lo stesso che avallare atti violenti del terrorismo rosso, ma “è chiaro che il governo si illude se pensa che possiamo sopportare un 2012 carico di disoccupati. La combinazione di pensioni più basse, redditi reali decrescenti e minore occupazione non è un buon viatico per la pace sociale.”