Ancora una morte nelle nostre carceri. Strutture sovraffollate, in cui le conidizioni di vita sono pietose e la riabilitazione resta solo sulla carta. L’ultima vittima è un 21enne, Alessandro Galelli. Il giovane si è impiccato nel carcere di San Vittore di Milano. Era in cella in attesa di giudizio da quattro mesi. L’accusa nei suoi confronti era di violenze e molestie sessuali ai danni di ragazze minorenni. Con quella di Galelli, sono salite a 24 le persone morte in carcere quest’anno: 10 si sono suicidate, per altre 10 le cause non sono ancora state accertate. Una tragedia ancestrale, rispetto alla quale la politica non sa dare nessuna risposta.
“Mi chiedo come possano avvenire queste cose – l’avvocato Giuseppe Lauria – e, qualora fosse vero, è inaccettabile che venisse picchiato da altri detenuti. Alessandro sarebbe dovuto essere controllato a vista”. Dal carcere fanno però sapere che il ragazzo era in una cella di isolamento e che dunque non poteva subire violenze da altri detenuti.
Alessandro Galelli si sarebbe tolto la vita dopo una seduta psichiatrica. L’avvocato Lauria aveva chiesto per lui istanza di scarcerazione. Dopo che era stata negata, la famiglia aveva affidato il giovane a un altro legale.