Dopo le polemiche in Italia per la sospensione delle numerazioni Skype, causate dai contrasti giuridici fra Eutelia e lo stato per l’utilizzazione degli stessi, arriva una notizia di respiro europeo per il VoIP più diffuso ed efficiente nel mondo: Microsoft è autorizzata all’acquisizione di skupe, nessun ostacolo alla libera concorrenza.
Almunia, responsabile della competitività per la Commissione Europea, ha “autorizzato” la transazione (autorizzato nel senso che Microsoft e Skype sono liberi di agire se lo desiderano). La questione era nata in seguito all’annuncio del colosso informatico di acquisire il VoIP, l’azienda italiana “Messagenet” (attiva nel settore VoIP) aveva sottoposto la richiesta all’Europa di bloccare la transazione da 8,5 miliardi di dollari per salvaguardare il vecchio continente dal rischio di monopolio.
La richiesta è stata quindi respinta. Messagenet avrebbe voluto almeno l’apertura di un protocollo Skype affinchè si potessero integrare i suoi servizi e realizzare applicazioni da terze parti con l’accesso a tale protocollo, ma Almunia ha negato questa possibilità. A suo avviso non sussiste rischio di monopollio, peccato che il monopolio è di fatto già esistente e con l’acquisizione da parte di Microsoft l’open source di questo settore è in serio pericolo estinzione.
Fra le alternative ci sarebbe un client sviluppato per Linux, già etichettato da Skype come “non competitivo”, ma visto che è ancora lontano il suo lancio questo resta tutto da vedere. Per il momento questo rifiuto della Commissione Europea è una pessima notizia per Messagenet, il quale stava e sta facendo affari d’oro a causa del blocco delle numerazioni Eutelia.
Andrea Galli, amministratore delegato di Messagenet, aveva infatti lanciato una campagna per la portabilità dei numeri, offrendo in sostanza a tutti coloro che avevano impellenza di riattivare il proprio numero un’alternativa a Skype. Campagna che ha avuto un grande successo, infatti ad aiutare questo successo non c’è stata soltanto la necessità legata al disservizio, ma anche una scelta “politica” di clienti che disapprovano questo volgersi degli eventi fra Skype e Microsoft.