La tua candela si è spenta molto prima di quanto non abbia mai fatto la tua leggenda. A me sembra che tu abbia vissuto la tua vita come una candela al vento, che non sapeva mai a chi aggrapparsi quando cominciava a piovere. Queste sono solo alcune delle parole della meravigliosa canzone dedicata da Elton John ad una delle più grandi dive di tutti i tempi, icona di sensualità, di fascino, di talento e al contempo di fragilità. Parliamo di Norma Jeane Baker, alias l’indimenticabile Marylin Monroe, una delle attrici, cantanti e modelle più importanti che il mondo abbia mai conosciuto.
Una storia intensa quella di Marylin, tra alti e bassi, luci ed ombre, successi ed eccessi. Una storia che purtroppo è stata spezzata esattamente 50 anni fa, il 5 agosto 1962, quando il corpo dell’allora 36enne attrice, fu trovato senza vita nella stanza da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, senza vestiti e con una mano sulla cornetta del telefono.
Un’infanzia difficile quella di Norma Jeane, nata a Los Angeles il 1° giugno 1926, trascorsa tra diverse case-famiglia, fino a quando cominciò a lavorare come modella e a firmare il suo primo contratto cinematografico nel 1946. Con la Fox, infatti, la nostra diva, Norma, si trasforma in Marilyn Monroe, prendendo il cognome da nubile della madre. Marylin si schiarisce i capelli e inizia a prendere lezioni di dizione e di portamento, elementi che le conferiranno alcune di quelle caratteristiche che l’hanno resa un’autentica leggenda della cultura pop.
Dopo aver recitato in alcune parti minori, la nostra stella ottiene i primi successi di pubblico con Giungla d’asfalto e Eva contro Eva, per poi passare alla consacrazione definitiva con pellicole come Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un milionario, A qualcuno piace caldo oppure Quando la moglie è in vacanza. Di questo film rimane ancora oggi celebre la scena in cui il vento proveniente dalla metropolitana solleva la gonna dell’abito bianco di Marylin, mentre lei tenta di abbassarlo. A tutt’oggi la figura dell’attrice è indissolubilmente legata a quel vestito.
Al successo cinematografico si accompagna una vita sentimentale ricca di flirt con gli uomini più in vista dell’epoca. In primis la storia con il grande campione di baseball Joe Di Maggio che sposò nel 1954. Il matrimonio con il giocatore durò poco più di un anno, a quanto sembra soprattutto per i riflettori puntati su Marylin, giudicati “eccessivi” persino dallo stesso Di Maggio, notoriamente abituato alla fama e all’attenzione dei media. Sembra che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso del rapporto tra i due sia stata proprio la famosa scena della metropolitana di Quando la moglie è in vacanza, sopracitata. Relazioni amorose disastrate, e che si scioglievano come neve al sole, sono state probabilmente la causa principale della della depressione e dell’abuso di farmaci e alcool da parte dell’attrice.
Nel 1956 Marylin sposò, in quella che fu un’unione definita inconcepibile, il commediografo ebreo-americano Arthur Miller. La nostra diva avrebbe desiderato tanto un figlio da Miller, suo terzo marito, ma diversi aborti spontanei e la scoperta di avere l’endometriosi, la convinsero a desistere dal suo desiderio di maternità onde evitare di mettere a rischio la sua vita. L’11 novembre 1958 vi fu la separazione ufficiale tra i due.
La fragilità di Marylin nella sua vita privata si ripercosse inevitabilmente anche sul lavoro. I primi segni di un cedimento sono, infatti già visibili in A qualcuno piace caldo, ma sarà con Facciamo l’amore e Gli spostati, che l’attrice si dimostrerà del tutto ingestibile, tanto che la Fox arriverà a licenziarla. La tormentata vita amorosa della bionda diva culmina nei rapporti con la famiglia Kennedy. L’attrice, infatti, sarà prima l’amante del presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy, che conobbe in un momento delicato del suo rapporto con Miller, e poi di suo fratello Robert Kennedy, con il quale sembrava intendersi perfettamente.
Fino all’epilogo. Il 5 agosto 1962 Marylin muore. L’incerta ricostruzione degli eventi di quella notte, la presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte e alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico hanno dato adito a diverse interpretazioni su ciò che realmente accadde quella notte. Venne anche ipotizzata la complicità degli stessi Kennedy, che vedevano nell’attrice, pronta a confessare le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica. Fu ipotizzata anche una vendetta della mafia americana nei confronti della famiglia Kennedy per alcune promesse che sono furono fatte nel corso della campagna elettorale e mai mantenute.
Probabile suicidio si disse, alla fine. Non andiamo oltre. Quel che è probabile è che la diva, che considerava i diamanti come i migliori amici delle donne, rimarrà per sempre fonte di ispirazione, non solo nell’immaginario collettivo, ma anche nel mondo cinematografico, artistico e musicale. Tra i numerosi artisti che si sono ispirati allo splendido volto di Marylin ricordiamo, in primis, Salvador Dalì e Andy Warhol. Solo per citarne alcuni.
Il grande ricordo di Marilyn avrà luogo in una grande festa a Hollywood. Nei pressi del Walk of Fame, il celebre museo di Hollywood presenta quella che Donelle Dadigan, la direttrice, ha definito “la più grande esposizione del mondo” di foto e oggetti della vita privata di Marilyn Monroe, da quando l’attrice aveva 21 anni e posava nuda con il suo vero nome di Norma Jean Baker.
Bellissima, sofisticata, irraggiungibile, ma estremamente fragile. A 50 anni dalla sua morte la bionda più amata di sempre è ancora viva nelle menti di generazioni vecchie e nuove che riconoscono la leggenda di lei, vissuta come una “candela al vento”: