Il governo spagnolo ha approvato oggi il nuovo piano di austerity, ma la manovra ha suscitato grandi proteste in molte città, in cui si è riversata una folla di cittadini che gridano “NO” all’austerità e alle drastiche misure che porteranno a un risparmio di 65 miliardi di euro in due anni.
Soltanto nella capitale ieri sera si sono contate oltre 100mila persone, in una selva di bandiere e slogan contro il governo.
“Che il prossimo disoccupato sia un deputato” e “Mani in alto, questo è un assalto” sono diventati il grido di battaglia sin dall’11 luglio, data in cui il premier Mariano Rajoy ha annunciato le misure presenti nella Finanziaria.
“Rajoy ci sta derubando”, dicono alcuni partecipanti alla manifestazione organizzata dai confederali, che hanno provveduto a fomentare il malcontento con lo slogan: “Vogliono rovinare il Paese, ma noi lo impediremo!”.
Alcune fonti fanno sapere che al corteo partecipano anche “gruppi di movimenti sociali come gli indignados” che si “sono avviati verso il congresso” e si teme ora che la situazione possa degenerare.
Il quotidiano spagnolo El Pais scrive: “Il centro di Madrid e di Barcellona stanno collassando per la presenza dei manifestanti, ma lo stesso vale anche per altre decine e decina di città”.
La protesta sta dilagando in molti centri cittadini, specialmente nel nord-ovest, mentre a Mieres, piccolo paese delle Asturie, si è registrata una forma particolare di dissenso: otto pompieri del luogo si sono spogliati davanti alle telecamere mostrando i glutei per sottolineare il fatto che “a forza di tanto tagliare, ci hanno lasciato nudi”.
Fra le misure più drammatiche che il governo di Rajoy ha dovuto approvare ci sono l’aumento dell’Iva dal 18 al 21%, la soppressione della tredicesima e la riduzione di ferie e permessi sindacali per i dipendenti pubblici.
Nella giornata di oggi, che vede l’entrata in vigore del durissimo piano di rigore, la Germania ha dato il via al piano di aiuti per ricapitalizzare le banche spagnole.
