Si è conclusa con un bilancio di 64 feriti (tra i quali figurano 27 poliziotti) e 35 fermati la manifestazione di protesta di migliaia di indignados che ieri hanno invaso Madrid, nei pressi del Congresso dei Deputati. Giunti da diverse città della Spagna e affluiti nei punti di raduno a Madrid, in Plaza de Espaa e alla Stazione di Atocha sin dalle prime ore del mattino, gli indignados sono poi giunti in Piazza del Nettuno, dove sono cominciati gli scontri con la forze dell’ordine.
La protesta nasce per denunciare “il sequestro della democrazia” e i tagli decisi dalle politiche di austerity del governo di Mariano Rajoy. I manifestanti avevano cercato di rompere il cordone di polizia a protezione del Parlamento ed è stato a quel punto che sono cominciati gli scontri tra la polizia e le migliaia di protestanti che chiedevano le dimissioni del governo per una manovra economica che viene giudicata eccessivamente iniqua.
La protesta era cominciata senza incidenti ed era proseguita pacificamente sino al primo pomeriggio. Intorno alle 19,00, sono iniziate le cariche della polizia, quando dalla folla concentrata in plaza Neptuno, si sono separati alcuni gruppi di manifestanti più violenti e che hanno cominciato a lanciare oggetti e a premere sulle alte recinzioni di ferro, che sbarravano il passaggio alla sede della Camera, riunita in sessione plenaria. Non finisce qua. Questa sera intorno alle 19:00 è prevista una nuova manifestazione.
Molte sono le testimonianze degli indignados. “Quello di oggi è un passo ulteriore di un cambio per una democrazia reale cominciato il 15-M con l’occupazione di Puerta del Sol”, ha raccontato, ad esempio, Juan Canete, 63 anni, venuto dall’Almeria, aggiungendo: “Ho lottato contro la dittatura e sono qui oggi per dare animo ai giovani, per dire di non accettare provocazioni”. Secondo i dati raccolti dalle autorità, alla protesta hanno aderito 6.000 persone. Gli scontri sono scoppiati ieri sera, e la calma attorno al Congresso è tornata solo intorno all’una di questa notte.