La PETA – People for the Ethical Treatment of Animals – ha creato uno spot che sta facendo il giro del web. Le visualizzazioni, sul canale YouTube della famosa associazione statunitense, hanno già superato i 60 mila click ed il numero promette di aumentare ancora.
La violenza causa dolore sempre e a tutti gli esseri viventi, anche quelli uccisi per il cibo. Lo spot della PETA – uscito in Australia – mostra le immagini di una donna che sta per essere picchiata dal marito e le urla della figlia alla vista del maltrattamento della madre, poi è la volta delle urla di un’anziana signora che sta per subire un’aggressione e di quelle di un ragazzino sanguinante picchiato da due persone. Poi, alla fine del filmato – della durata di 30 secondi – ecco l’urlo silenzioso di un pesce, disteso su un tagliere, che sta morendo asfissiato lentamente, poco prima di essere cucinato. Un urlo silenzioso per noi esseri umani, una bocca che si spalanca senza riuscire neanche ad emettere un suono da noi udibile, ma che grida il dolore di chi sta morendo lentamente, soffrendo: “Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo“, disse Leonardo Da Vinci, noto vegetariano.
“Alcune grida non possono essere udite“, recita lo slogan dello spot che sta facendo il giro del mondo e che sta dividendo in due l’opinione pubblica, com’era previsto, del resto. La pubblicità è stata creata dalla PETA con il solo intento di cercare di sensibilizzare e sollecitare l’empatia umana verso le terribili condizioni in cui versano milioni di esseri viventi uccisi ogni anno, i quali non hanno voce, come i pesci.