Edgar Mitchell 82 anni, una lunga carriera come pilota nell’esercito Usa, ingegnere aeronautico, è il sesto su un totale di dodici astronauti che hanno camminato sulla Luna, nella missione Apollo 14. È l’unico tra i colleghi di missione che parla senza particolari problemi del fenomeno Ufo, premettendo sempre però di non aver mai avuto un’esperienza diretta ma crede nella vicenda Roswell. “Sono stato contattato da persone collegate agli osservatori dei fatti originali, come la persona che ha recapitato le bare di dimensioni minuscole per contenere i corpi degli alieni recuperati”.
L’incidente dell’UFO di Roswell ebbe luogo negli Stati Uniti nel 1947 quando un oggetto in volo si schiantò vicino a a Roswell, New Mexico il 7 luglio 1947. Le dichiarazioni di quello che effettivamente avvenne sono basate sia su comunicazioni ufficiali che non ufficiali. Sebbene l’incidente sia attribuito ad un pallone di sorveglianza militare americano, la spiegazione più famosa di quello che avvenne è che l’oggetto fosse in realtà un veicolo spaziale con presenze di vita extraterrestre. Dalla fine degli anni Settanta l’incidente di Roswell è stato oggetto di molte controversie e varie teorie di un complotto si sono sviluppate riguardo all’evento. Le Forze Armate statunitensi sostengono che ciò che fu recuperato vicino a Roswell furono dei detriti dell’incidente di un pallone sperimentale di sorveglianza ad alta quota appartenente a quello che era all’epoca un annuncio (segretissimo) di programma denominato Mogul. Al contrario, molti sostenitori di UFO affermano che venne trovato un velivolo alieno, che i suoi occupanti furono catturati e che l’esercito aveva dato vita ad un massiccio insabbiamento dei fatti.
E proprio su Roswell, Mitchell ritiene che i suoi contatti militari dicano il vero quando parlano di alieni. E, dice a Bloomberg, riguardo la presunta copertura della notizia di un incidente Ufo:
“Credo che inizialmente la giustificazione fosse che la popolazione non fosse pronta a una notizia del genere. Ma siamo da molto oltre quel punto. È un’opinione personale: ricordo quello che disse il presidente Eisenhower nel suo discorso finale, ovvero “diffidate della struttura industriale militare”, credo che sia questo il nodo della vicenda”. L’astronauta poi specifica: “Ma non bisogna ridurre la questione all’industria militare, c’è tutta una serie di organizzazioni che si muovono in questo senso per garantire dei profitti. Abbiamo inventato gli aerei all’inizio del XX secolo, vent’anni dopo avevamo un’industria aeronautica. Pensate a cosa possa significare questo rapportato al viaggio nello spazio, se avessimo controllo della tecnologia dietro gli Ufo. Pensate alla quantità di soldi che gira intorno a questa vicenda. Dobbiamo continuare a sviluppare tecnologie per portare l’umanità su altri pianeti, ma dev’essere uno sforzo mondiale perché nessun Paese può farcela da solo. Le nazioni dovranno saper attraversare lo spazio perché prima o poi da questo pianeta dovremo andare via, il sole prima o poi finirà il suo ciclo vitale”.