Attesa ed euforia alle stelle a Procida che si sta prepara alla festa per la liberazione della Savina Caylyn. “Stiamo tutti aspettando la telefonata che il comandante Lubrano farà alla moglie e poi daremo il via ai festeggiamenti con fuochi d’artificio e caroselli di automobili” queste le parole piene di euforia di Valeria Barone del comitato ‘Liberi subito’ che da mesi aveva intrapreso una battaglia per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorita’ statali ad intervenire per salvare l’equipaggio della petroliera battente bandiera italiana.
La petroliera, di proprietà della compagnia napoletana D’amato, era stata sequestrata l’ 8 febbraio scorso da pirati somali nelle acque dell’isola yemenita di Socotra. L’equipaggio è formato da 22 membri, tra cui cinque italiani: Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante della nave, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi provenienti da Procida. A questi si affiancavano Gianmaria Cesaro, allievo di coperta di Sorrento, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, residente a Gaeta e il triestino Eugenio Bon, ufficiale di coperta.
Il riscatto sarebbe stato pagato in due tranche, secondo quanto afferma il sito Somalia Report. Sono stati versati in totale 11,5 milioni di dollari. I primi 8,5 milioni di dollari sono stati consegnati oggi alle prime ore del mattino con un elicottero a bordo della nave. I restanti 3 milioni sono stati consegnati alle 12:30, le 10.30 Italiane.
Al momento la Farnesina, che segue la situazione tramite la sua Unità di Crisi non conferma né smentisce la notizia. Le ultime notizie riferiscono che sono in arrivo a bordo della petroliera alcuni team militari imbarcati sulla nave ‘Grecale’ della Marina militare, impegnata in queste settimane nell’operazione Nato antipirateria Ocean Shield. ll nucleo militare è incaricato di scortare la Savina Caylin in acque sicure.
Oltre alla grande gioia dei familiari, grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Consiglio Monti, secondo una nota di Palazzo Chigi, “si sente molto vicino ai 5 marinai italiani rilasciati, e alle loro famiglie, per la dura prova che hanno dovuto sopportare in questi lunghi mesi di attesa”.