“E’ un golpe” ha commentato con indignazione Beppe Grillo in riferimento alla soglia del 42,5% per il premio di maggioranza, sulla quale si sono accordati Pdl, Api, Mpa, Lega nord eUdc.
Il leader del M5S ha accusato il Parlamento di aver votato una legge “ad movimentum”, volta cioè ad impedire che vinca il Movimento 5 Stelle. Accusa questa dalla quale si è subito smarcato il Pd, che in aula ha votato contro.
“Non uso magari i termini di Grillo ma non piace neanche a me, se quella è l’unica misura che si intende mettere – spiega infatti Pier Luigi Bersani – E’ una misura praticamente irraggiungibile. Senza nessun’altra misura, nessun altro premio di governabilità, si potrebbe arrivare a una situazione di ingovernabilità e questo non farebbe certo bene a un Paese come l’Italia”.
Di tutt’altro avviso è invece Renato Schifani, il quale ieri si è lasciato sfuggire una dichiarazione che non lascia adito a dubbi: impedire a Grillo di vincere sembra sia diventata l’attuale missione dei parlamentari al lavoro sulla nuova legge elettorale.
”Tra i partiti – ha detto infatti il presidente del Senato – c’è una fase estremamente delicata e costruttiva. I partiti con grande responsabilità stanno facendo in modo che il provvedimento arrivi presto in Aula. I tempi sono brucianti ma i partiti se ne stanno facendo carico responsabilmente perché, ad un certo punto, le lancette si dovranno fermare. Sono al lavoro sulla legge elettorale per i cittadini, ce la sto mettendo tutta, è quello che ci chiedono in tanti. Ce la facciamo, se no Grillo altro che al 30%, va all’80%”.
Ma poiché il comico genovese fondatore dell’M5S non è affatto uno sprovveduto, è subito corso ai ripari, ricordando che esiste una legge della Commissione europea sulla democrazia che vieta di modificare gli elementi fondamentali del diritto elettorale e soprattutto del sistema elettorale nell’anno che precede le elezioni. Inoltre, fattore ancora più importante, incassa il sostegno del presidente della Commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini, il quale in un video pubblicato da Grillo si esprime così:
“Il mio pensiero è che una legge elettorale debba essere fatta per migliorare il rapporto tra elettori e eletti e non per danneggiare o favore qualcuno, per avere un risultato trasparente, che rispecchia la volontà popolare. Questa è la vera democrazia che va difesa nel nostro Paese, perché da Presidente della Commissione ritengo che qualunque discorso che nasca dall’idea che se si fa una certa cosa potrebbe favorire l’ascesa del Movimento 5 Stelle, è un ragionamento politicamente sbagliato. Perché le leggi elettorali non si fanno il funzione di chi bisogna favorire o sfavorire, ma semplicemente per ripristinare un rapporto corretto tra gli elettori e gli eletti, questo è l’unico principio a cui dobbiamo ispirarci.
Quando qualcuno dice: “Attenzione al premio, perché se poi lo prende Grillo…” vuol dire che se noi abbiamo fatto un premio, la lista di Grillo arriva alla soglia per avere quel premio. Democraticamente se lo prendono loro, quindi non possiamo costruire una legge elettorale in danno di qualcuno o per favorire qualcuno d’altro”.
La nuova legge elettorale, dunque, sembra ben lungi dall’essere completata.
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