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Le donne sono un “materiale”, pubblicati gli sms shock di Strauss-Khan

Le donne sono un “materiale”, pubblicati gli sms shock di Strauss-Khan

Pubblicati i contenuti a dir poco scioccanti degli sms intercettati nell’ambito delle indagini a carico di Dominique Gaston André Strauss-Kahn, direttore dal 2007 al 2011 del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Dai messaggi intercettati, emergerebbe come Strauss-Khann avrebbe definito “materiale” le giovani donne adescate per i festini hard all’Hotel Carlton di Lille. La scandalosa definizione è stata messa in luce dal quotidiano francese Le Monde che ha pubblicato alcuni estratti dei messaggi scambiati fra lui e l’amico Fabrice Paszkowski, facendo emergere alcuni dei dettagli più scabrosi e inquietanti dell’affare Strauss-Khan.

L‘ex direttore del FMI ha ammesso dinanzi al giudice di aver utilizzato un linguaggio inappropriato e sconveniente, ma di aver peccato di ingenuità ritenendo di non aver violato la legge nella convinzione che le giovani donne invitate alle feste non fossero delle prostitute. Strauss-Khann ha ammesso di aver così definito materiale una persona di sesso femminile, in un messaggio inviato dallo stesso al suo amico imprenditore. Subito dopo la pubblicazione del contenuto dei suoi messaggi, Strauss-Khan ha denunciato il quotidiano francese Le Monde per violazione manifesta dei suoi diritti. 

La notizia è stata resa nota dai suoi legali Henri Leclerc, Frèdèrique Baulieu e Richard Malka. Strauss-Khan, come è noto, è indagato per “sfruttamento della prostituzione” nell’ambito delle indagini riguardante il giro di squillo all’hotel Carlton di Lille. Qualora fosse giudicato colpevole potrebbe essergli comminata una pena consistente nella reclusione fino a 20 anni di carcere e ben 3 milioni di euro di multa. Strauss Khan è stato protagonista di diversi scandali a sfondo sessuale. Ultimo il caso dello scorso anno, quando il 14 maggio 2011 l’uomo venne arrestato con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni della cameriera di un hotel di Times Square dove alloggiava. Dopo l’evidenza di alcune incongruenze nei racconti dell’accusatrice e le asserzioni del Procuratore che ritenne che la donna aveva dunque mentito di fronte al Gran Giurì, le accuse caddero definitivamente nell’agosto dello stesso anno.

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