Come ogni anno è stato possibile stilare, una classifica relativa alle auto più rubate del 2011. Gli archivi della Polizia Criminale hanno messo ancora una volta in evidenza un trend che, tutto sommato, sembra calcare quello degli anni scorsi. Quella che sembra esercitare una vera e propria forza d’attrazione nei confronti dei ladri, per la diffusione dei suoi prodotti e la smerciabilità più facile sul mercato, è sicuramente la FIAT.
La classifica vede come leader indiscussa tra le auto più rubate del 2011 la Panda con 10.096 denunce, l’8,91% del totale.
Seguono a ruota la Punto con 9.533 (8,41%), la Uno con 6.651 (5,87%), la 500 con 5.717 (5,04%) e, estranea al gruppo delle prime 4, la Lancia Ypsilon con 4.307 denunce di furto (3,80%).
In realtà, rispetto a modelli di egual segmento le auto della FIAT non dovrebbero essere così tanto più facilmente scassinabili, pertanto i dati rappresentano un certo mistero. Andando nel dettaglio, si scopre poi che la regione dove si registra il maggior numero di furti d’auto è la Campania, con ben 20.946 furti, il Lazio con 20.873 , la Lombardia con 15.901 e la Puglia con 15.798. La media italiana vuole che, ad essere rubate, siano circa 315 auto al giorno, 113.360 nell’intero anno.
Le città più colpite dai furti, prevedibilmente, sono le tre città più popolose d’Italia: Roma (19.225), Napoli (15.513) e Milano (11.222).
Di fronte a dati così allarmanti, gli automobilisti cercano di mettersi al riparo e ricorrono ai mezzi più idonei per cercare di proteggere le proprie vetture. L’antifurto satellitare sembra essere quello più gettonato, in quanto, in taluni casi, permette proprio di ritrovare l’automobile.
Domenico Petrone, Presidente e CEO di Viasat Group nel presentare i dati esposti alla settima edizione della Guida alla sicurezza stradale, ha dichiarato, in relazione alla chiarezza dei risultati evincibili, che: “Le auto più semplici, le utilitarie, vengono rubate per un utilizzo temporaneo, come furti o rapine. Le auto di grossa cilindrata invece spesso vengono rubate su commissione poi rivendute all’estero“.