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L’aspirina riduce il rischio di tumori al retto ed al colon

L’aspirina riduce il rischio di tumori al retto ed al colon

Di solito i medici sconsigliano di prendere troppo spesso lo stesso farmaco, perché l’organismo tende ad abituarsi ad esso e poi nelle situazioni realmente gravi finisce con risultare poco o del tutto inefficace; tuttavia con questa nuova ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata Lancet, si afferma che l’uso continuato di aspirina previene l’insorgenza del cancro al colon od al retto.

Almeno è quanto sostengono i ricercatori inglesi della Newcastele University, i quali, coordinati da Jhon Burn, hanno confrontato l’assunzione dell’aspirina con quella di un placebo per verificare l’incidenza del tumore. Con questo metodo hanno stabilito che se si prende l’aspirina due volte al giorni ci sono delle probabilità sensibilmente minori che i tumori localizzati in quella regione del corpo insorgano.

Sono stati fatti studi approfonditi su circa 1000 volontari di 16 paesi, monitorati per un periodo di ben 10 anni. Una ricerca coi fiocchi insomma, che ha preteso una notevole collaborazione fra istituti sanitari dei paesi coinvolti, tutti appartenenti al Commonwealt. Ciò che accomunava questi volontari era che erano tutti a rischio di contrarre la Sindrome di Lynch, che per l’appunto causa il cancro al colon a coloro che hanno un determinato difetto genetico.

Lo studio è stato condotto dividendo i volontari in due gruppi, il primo assumeva due aspirine al giorno (600 mg), mentre il secondo solo un placebo. Il risultato è stato straordinario: chi assumeva l’aspirina dimezzava il rischio di contrarre il cancro. I benefici sarebbero tali da convincere i ricercatori che sarebbe un’ottima cura preventiva nei soggetti che hanno questo tipo di predisposizione e dopotutto anche un profano può capire il perché: chi non vorrebbe avere il 50% di possibilità in meno di prendere il cancro?

Fino ad oggi gli studi sui poteri di prevenzione dell’aspirina si erano limitati ad indagare sul suo effetto sulle malattie cardiache, mentre la ricerca del dottor Burn è molto più specifica. Il ricercatore però ha avvertito chiaramente che se si intende fare questo genere di cura preventiva è meglio confrontarsi con un medico, ci sarebbero infatti, a seconda dei casi individuali, seri rischi per lo stomaco in caso di eccessiva assunzione del farmaco.

 

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