Era stata annunciata nei giorni scorsi, ma non tutti pensavano che sarebbe stata poi effettivamente applicata. Invece la decisione di far pagare la vecchia Ici, che adesso si chiama Imu, alla Chiesa sugli immobili ad uso commerciale è stata ufficializzata.
Il provvedimento è stato comunicato sia con una nota ufficiale pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, sia con un intervento del Premier Monti al Parlamento Europeo, durante il quale ha informato Joaquin Almunia, vice Presidente della Commissione europea, che la decisione verrà presentata come emendamento al Parlamento Italiano.
La Chiesa perderà l’esenzione sugli immobili che presentano una “esclusività” commerciale, mentre rimarrà l’esenzione per quegli immobili che prevedono attività no profit.
Ecco la nota ufficiale di Palazzo Chigi:
L’esenzione fa riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia e delle Finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile. Il presidente Monti auspica che l’iniziativa del governo permetta alla Commissione europea di chiudere la procedura aperta nell’ottobre 2010.
Intanto già arrivano i primi commenti ufficiali alla notizia. Innanzitutto dalla Commissione Europea sono arrivati i primi apprezzamenti. Difatti, dall’Ue fanno sapere che il provvedimento è “un buon progresso”. Ma sono arrivati anche i pareri dei diretti interessati al provvedimento, e cioè i vertici ecclesiastici.
Uno su tutti è stato quello del portavoce della Cei, il monsignor Domenico Pompili: “Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato. Come dichiarato più volte, anche di recente, dal Presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”.