L’ondata di scioperi contro le liberalizzazioni decise del governo Monti ora riguarda tutta Italia. A essere infuriati non sono solo i tassisti, ma anche i conducenti di tir. Gli autotrasportatori hanno organizzato oltre 60 presidi lungo le autostrade, spaccando la penisola in due. I principali disagi si riscontrano in Piemonte, Puglia e tra Lazio e Campania. Qui gli autotrasportatori vogliono portare avanti la cosiddetta “protesta dei forconi” che la scorsa settimana ha messo ko la Sicilia, con danni per 50 milioni di euro alla sola economia agricola. Ma nell’Isola la situazione è solo di calma apparente. Si aspetta infatti l’esiso dell’incontro, che dovrebbe tenersi a metà settimana, fra il governatore Raffaele Lombardo e il premier Mario Monti. Ma è difficile che il capo del governo possa accogliere le richieste di agricoltori e camionisti siciliani che chiedono, fra le altre cose, la benzina a 70 centesimi e il blocco delle importazioni dei prodotto ortofrutticoli stranieri.
Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri è preoccupato: “Sicuramente potrebbero esserci aggregazioni di varie forme di dissenso anche di altre categorie e potrebbero saldarsi scontentezze varie che poi possono sfociare in manifestazioni di tipo diverso”.