Arrivano le prime accuse di parentopoli anche per il Movimento 5 Stelle. Accade nel collegio Lazio 2 a Latina, dove, entrambi grillini, la madre si aggiudica un seggio al Senato, il figlio, invece, alla Camera. Parliamo di Ivana Simeoni, 63 anni, operatrice del servizio 118 della città, che se andrà a Palazzo Madama, e di Cristian Iannuzzi, 40 anni, che vede aggiudicarsi un posto sicuro a Montecitorio.
I due erano stati selezionati online per mezzo delle famose parlamentarie volute da Grillo. Già all’epoca erano stati sollevati alcuni dubbi in ordine all’opportunità di candidare madre e figlio, ma le selezioni si erano svolte comunque in maniera del tutto regolare.
Proprio alla fine dello scorso anno, in merito alle polemiche sollevate in ordine al caso, gli esponenti del Movimento 5 Stelle avevano risposto alle critiche che erano comparse su un quotidiano locale precisando che “tutto è avvenuto seguendo alla lettera le regole interne del Movimento che, è bene evidenziare, è l’unica forza politica che ha stabilito tempi e modalità di scelta dei candidati“. La nota proseguiva poi con: “Crediamo che sia piuttosto curioso che quando il Movimento era all’1%, 2% dei consensi nessuno notò la partecipazione di Cristian Iannuzzi e Ivana Simeoni, figlio e madre, alle elezioni amministrative del 2011. Se l’indignazione vale oggi perché non sottolineare la supposta “parentopoli” anche un anno e mezzo fa?”
Sembra che, però, quello di madre e figlio non sia il primo caso di parentopoli all’interno del Movimento. Anche in Lombardia, due candidate al Senato sono state entrambe elette. Parliamo di Giovanna Mangili e Laura Bignami, mogli di consiglieri 5 Stelle di Cesano Maderno e Busto Arsizio. Vito Crimi, capolista in Lombardia 2 e secondo al Senato, aveva però difeso il Movimento nel corso di un’intervista concessa a Il Fatto Quotidiano: “Sono tutte dietrologie. Non piazziamo nessuno, non siamo una parentopoli. Mangili e Bignami hanno portato a casa tanti voti e se li sono conquistati con le loro forze”.
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