Sicuramente si tratta di un compito per niente facile considerato che abbraccia molte funzioni e operazioni, ma semplificando l’intelligenza artificiale può essere considerata come l’insieme di tecniche che tendono alla realizzazione di macchine che siano in grado di risolvere problemi e riprodurre tutte le attività tipiche dell’intelligenza umana, è quella branca di studi che si occupa dello sviluppo di software e di macchine intelligenti. Non esiste però ancora una definizione che sia ufficiale anche perché si tratta di una settore in continua evoluzione e di per niente facile comprensione. L’intelligenza in ogni sua forma è da sempre un argomento delicato di cui è davvero difficile capirne i meccanismi alla base e se si tratta di ciò che è artificiale la situazione si complica.
Questo tipo di intelligenza, che alcuni affermano addirittura sia impensabile poter attribuire a una prerogativa umana, secondo gli esperti del settore, con il tempo andrà a migliorare tutti gli ambiti lavorativi perché comporta un aumento di produttività e una diminuzione dei costi. Business del lavoro e intelligenza artificiale saranno parte di una stessa medaglia, avranno un ruolo importante nello sviluppo della società. Si andranno a creare nuove figure professionali capaci di rielaborare i dati forniti dalle macchine che è poi la prerogativa dell’uomo, l’unica cosa che le macchine non potranno mai avere: l’intuito, la capacità di interpretare e di rielaborare. Ecco perché le macchine non andranno mai a sostituire totalmente il lavoro dell’uomo anche con lo sviluppo e il perfezionamento dei meccanismi alla base dell’intelligenza artificiale che comunque è da considerare una risorsa preziosa.
L’idea di delegare a delle macchine operazioni tipiche della mente umana non è certo nuova, tutto risale infatti all’antichità, quando 5mila anni fa i cinesi idearono il primo dispositivo di controllo automatico utile per regolare il livello dell’acqua nelle risaie. Da lì ad arrivare agli anni 80, passando prima per numerose teorie e studi scientifici, il passo è stato relativamente breve. È proprio negli anni 80 che gli studi sull’intelligenza artificiale iniziano a diventare noti e a essere inseriti nel campo professionale fino a diventare quelli che sono oggi. Certo siamo lontani da computer in grado di pensare come l’uomo e questo forse non è neanche un male, ma gli algoritmi di apprendimento che sono alla base dell’intelligenza artificiale continuano a fare enormi passi avanti in quanto a precisione, funzioni e potenza.