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In ricordo di chi lottò per l’eguaglianza: auguri donne!

In ricordo di chi lottò per l’eguaglianza: auguri donne!

8.3.1908. New York.
La leggenda.
Le operaie dell’industria tessile Cotton scioperano per protestare contro le pessime condizioni di lavoro. La manifestazione si protrae per alcuni giorni ma il padrone, Mr. Johnson, l’8 marzo blocca tutte le porte della propria fabbrica per impedire alle donne di uscire. Scoppia un incendio. Le 129 prigioniere all’interno della sede newyorkese muoiono tra le fiamme.

In ricordo della tragedia di cui sopra, Rosa Luxemburg, avrebbe proposto l’8 marzo come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Non una festa – come viene erroneamente intesa oggi – bensì un giorno per riflettere sulla condizione femminile, e sulle manifestazioni sostenute nel corso dei secoli per il riconoscimento dell’eguaglianza.

8.3.1917. San Pietroburgo.
Cenni storici.
Le donne della capitale russa guidano una manifestazione per rivendicare la fine della guerra. La reazione dei cosacchi inviati a reprimere la rivolta incoraggia successive proteste femminili che, alla fine, determinano il crollo dello zarismo. L’8 marzo 1917 è rimasto dunque nella storia per indicare l’inizio della ‘Rivoluzione russa di febbraio’.

Il 14 giugno 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò l’8 marzo come giornata internazionale operaia. Ma la storia dell’emancipazione femminile è molto più lunga e complessa, ovviamente. Rimandiamo, quindi, (almeno) ai libri di scuola.

Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene’. È Rosa Luxemburg.
Audace, indomita, coraggiosa. Rivoluzionaria socialista, di origini ebraiche. Dopo anni di studi, e un’intensa attività politica, fu rapita assassinata a Berlino nel 1919, insieme a Karl Liebknecht..

La lotta ha condotto le donne al riconoscimento dell’eguaglianza. Oggi siamo libere grazie alle manifestazioni, le proteste e le rivolte delle nostre madri. Alcune delle quali eccellenti.

Io, che per qualche tempo non mi sono mossa, avevo dimenticato cosa ci fosse fuori. Ha ragione dunque la Luxemburg: non conosciamo i nostri limiti, se non ci affacciamo al mondo. Liberiamoci dalle nostre catene. Un augurio a tutte le donne con una palla al piede!

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