In difesa dello squalo intervengono anche le Isole Cook, situate nel Pacifico meridionale, hanno annunciato che sarà vietata la pesca e il commercio di prodotti di squalo. Non solo, il piccolo stato insulare ha anche creato un vero e proprio santuario per gli squali di circa 2 milioni di km quadrati, vicino a quello della Polinesia, in modo da creare un’area protetta per i predatori degli abissi che sono al vertice della catena alimentare che è proibita, così come lo è anche la vendita di prodotti derivati.
Aree di protezione degli squali sono presenti anche al di fuori dell’Oceano Pacifico, alle Maldive, alle Bahamas e in Honduras. Anche l’Unione Europea, lo scorso 22 novembre, con 566 voti a favore e 47 contrari, ha dato il via al regolamento “salva squali” che annulla le deroghe relative al finning e allo spinnamento degli stessi quali. Revoca anche per le eccezioni al divieto europeo che era stato già approvato nel 2003 e che permetteva di sbarcare i pesci già lavorati e vivisezionati, rendendo impossibili gli accertamenti di irregolarità.
Le Isole Cook sono riuscite a creare un’area protetta grazie all’istituto giuridico internazionale della zona economica esclusiva. Parliamo di:
Una fascia di mare larga 200 miglia marine posta adiacente e oltre il mare territoriale (fascia di 12 miglia marine lungo le coste continentali e insulari) in cui lo Stato costiero fruisce di diritti sovrani in materia di esplorazione, sfruttamento, conservazione delle risorse naturali, minerarie e biologiche, esistenti nelle acque sovrastanti il fondo marino, sul fondo marino stesso e nel suo sottosuolo.
Jill Hepp, direttrice del progetto per la conservazione degli squali, ha dichiarato che l’iniziativa delle Isole Cook aumenta le speranze nella conservazione di una specie protetta e in via di estinzione, dichiarando: “Siamo felici che le Isole Cook siano divenute parte di questo movimento globale, in un periodo in cui tante popolazioni di squali sono minacciate“.