Nei periodi di crisi economica gli Stati risparmiano su tutto o quasi. Dalla scuola alle pensioni, dalla sanità agli enti locali, pochi sono i settori che si sono salvati dopo le manovre del governo Berlusconi e di quello guidato da Monti. Tra questi c’è quello militare.
Politici come Antonio Di Pietro, così come gran parte della carta stampata e dei blogger e attivisti per i diritti umani, da mesi portano avanti una battaglia affinché, in tempo di sacrifici, si dia un taglio netto anche a questo tipo di spese. Il nostro paese si è impegnato ad acquistare, entro il 2026, 131 cacciabombariedi americani, il cui costo totale si aggirerà intorno ai 15 miliardi di euro. Ma se si considerano le spese legate alla manutenzione dei veicoli e alla formazione del persone, la cifra lieviterà ancora.
L’esecutivo guidato da Mario Monti, comunque, sembra deciso ad avanti sulla stessa strada dei governi precedenti. Il ministro della difesa, Giampaolo di Paola, lo ha ribadito oggi durante la trasmissione di Lucia Annunziata di Rai Tre. L’esponente del governo Monti ha fatto solo una piccola apertura, sostenendo che il numero degli F35 da acquistare potrebbe diminuire. Un ritocco che, se dovesse esserci, è destinato a essere lieve, visto che l’Italia vuole rispettare i patti con gli Stati Uniti.
