E’ iniziato nella mattinata di domenica il ritiro di due giorni del governo nell’abbazia di Spineto, in Toscana. All’interno della maggioranza, però, rimane alta la tensione sulla manifestazione del Pdl svoltasi sabato a Brescia, organizzata inizialmente come iniziativa elettorale in sostegno del candidato sindaco ma poi trasformatasi in un attacco alla magistratura da parte di Silvio Berlusconi, da poco condannato in appello al processo sui diritti Mediaset. Il premier Enrico Letta ha infatti rimproverato il vicepremier Angelino Alfano per avervi partecipato insieme ad un altro membro del governo, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.
Il portavoce del premier Gianmarco Trevisi ha dichiarato: “Quanto è successo sabato a Brescia è inaccettabile e non si può più ripetere perchè le ricadute negative sul governo sono superiori alla capacità di tenuta dell’esecutivo. Come aveva detto il premier Letta che non avrebbe fatto un governo a tutti i costi, così ora l’attività di governo non si prosegue a tutti i costi e bisogna sminare i possibili terreni di contrasto“. Alfano, anche lui attraverso il suo portavoce, ha replicato: “Il Pdl non abbassa la sua bandiera, non appiattisce le sue politiche e resta accanto al suo leader Berlusconi”. Il vicepremier avrebbe comunque precisato che quella di Brescia era una manifestazione elettorale e non un’iniziativa contro i giudici.
Si vocifera, comunque, di una discussione accesa tra Letta e Alfano durante il viaggio in van da Roma alla Toscana. Alla fine, il presidente del Consiglio ha comunicato quanto concordato con lo stesso Alfano: da adesso fino alle elezioni amministrative, i membri dell’esecutivo non parteciperanno a manifestazioni elettorali nè a dibattiti radiotelevisivi “che non siano incentrati sulle attività di governo o sulle competenze dei rispettivi dicasteri”. Pare che Letta, anzi, volesse che questa regola durasse fino alla fine dell’esecutivo. Il premier ha invitato i ministri a concentrarsi “sull’attività di governo“, spiegando: “Quello che conta sono i provvedimenti e non l’annuncio di questi”.
Bocche cucite, per ora, sui temi affrontati durante il ritiro: solo il ministro Saccomanni, ai giornalisti che gli chiedevano se si sarebbe discusso anche dell’Imu, ha risposto: “Parleremo di tutto”. Alcuni dei ministri e sottosegretari sono giunti all’abbazia di Spineto a bordo di due minivan partiti da Palazzo Chigi, altri sono giunti sul posto con la loro auto. Per il “ritiro” del governo sono state prese imponenti misure di sicurezza, con le forze dell’ordine che presidiano l’uscita Chiusi-Chianciano Terme dell’A1, la strada per Spineto e, ovviamente, la sede dell’abbazia, cui possono accedere solo giornalisti, fotografi e cameraman con il pass.