Il consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto legge sulle carceri presentato dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e il disegno di legge sul processo civile. Il decreto sulle carceri si propone soprattutto di alleggerire il sovraffolamento carcerario, riducendo i flussi in entrata e in uscita dalle carceri, e di migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Il premier Enrico Letta ha spiegato: “E’ una prima risposta all‘appello del capo dello Stato al Parlamento, che toccava un ventaglio di possibili interventi per cercare di calmare una situazione esplosiva he riguarda il sovraffollamento delle nostre carceri ed evitare interventi sanzionatori di organismi sovranazionali, che hanno già messo l’Italia nella lista dei cattivi“. Letta ha comunque voluto rassicurare che il provvedimento non presenta “elementi di pericolosità per i cittadini“.
Il premier ha inoltre spiegato che il disegno di legge sulla giustizia civile serve a “smaltire l’arretrato, a rendere più veloce il processo civile: sono materie fondamentali per il nostro paese”. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, invece, ha affermato: “E’ inutile parlare di indulto o indultini perchè non c’è nulla di automatico” ma “tutto viene affidato al giudice il quale prevede, se lo ritiene, l’uscita agevolata“. Diverse comunque sono le novità introdotte dal decreto sulle carceri. Quanto alla scarcerazione anticipata, si passerebbe da 45 a 75 giorni ogni 6 mesi di liberazione anticipata per buona condotta, misura che avrà valore retroattivo da gennaio 2010, varrà due anni dall’entrata in vigore della legge e dovrebbe far uscire dal carcere circa 1700 detenuti.
Quanto al braccialetto elettronico, il suo uso, ha spiegato il Guardasigilli, “sarà facilitato ma usato solo nei casi di detenzione domiciliare”. In pratica, ora i magistrati saranno tenuti a stendere delle motivazioni quando non lo adoperano perchè ritengono il soggetto troppo pericoloso. Il detenuto deve comunque dare il consenso.Viene inoltre modificata la Fini-Giovanardi e introdotto il reato di “spaccio lieve“, con pene da 1 a 5 anni e multe da tremila a ventiseimila euro. Sempre la Cancellieri ha affermato in proposito: “Per i piccoli spacciatori di droga l’istituzione del reato di spaccio lieve consente il recupero e la cura dei tossicodipendenti. In carcere il tossicodipendente non riceve le stesse cure che può ricevere nelle comunità”.
E’ poi introdotta la figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti: “Questo provvedimento dà voce a chi prima non aveva voce all’interno del carcere. E’ uno strumento di grandissima civiltà giuridica” ha spiegato il ministro. Con le nuove norme, ha detto inoltre il Guardasigilli, “sarà più facile l’espulsione dei detenuti stranieri”. Le procedure di identificazione, infatti, dovranno iniziare subito dopo la carcerazione e, per alcuni reati minori, viene potenziata l’espulsione immediata in alternativa agli ultimi due anni di pena. Viene poi portato da 3 a 4 anni il “tetto” residuo di pena da scontare per il quale si può ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali, e diventa stabile la misura, già introdotta in via temporanea, che permette di trascorrere ai domiciliari gli ultimi 18 mesi di detenzione.