Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, dirette a Berlino per sferrare l’offensiva finale al regime nazista, giunsero ad Auschwitz e scoprirono l’orrore dei campi di concentramento, dove veniva perpetrato l’annientamento dell’individualità umana e lo sterminio del popolo ebraico. Altre strutture naziste erano già state espugnate in precedenza, ma questa era la prima volta che i sovietici incontravano dei superstiti e ascoltavano le terribili testimonianze che confermavano il genocidio, per questo motivo tale data fu scelta dall’Onu per ricordare per sempre le atrocità che l’uomo è arrivato a concepire contro i propri stessi simili.
Dal 2000 ogni anno in questo giorno l’Italia e il resto del mondo si fermano per riflettere e riportare alla memoria le vittime della Shoah, lo sterminio pianificato di oltre 5 milioni di Ebrei, i due terzi dell’intera popolazione ebraica presente in Europa. Ma il termine Olocausto si riferisce per estensione anche ad altri gruppi di persone ritenute “indesiderabili” e minoranze etniche e religiose, come gli oppositori politici, i Rom, i Sinti, gli omosessuali e coloro che erano affetti da disabilità.
Tante le iniziative italiane per il Giorno della memoria: da Firenze parte il “treno della memoria” diretto ad Auschwitz, mentre al binario 21 della Stazione centrale di Milano avrà luogo l’inaugurazione del Memoriale della Shoah e a Roma è previsto un incontro incentrato sul tema del razzismo. Ogni città ha scelto di ricordare i drammatici eventi con celebrazioni, incontri e conferenze, perché tutti i cittadini italiani sentano l’importanza di questo giorno.
Proprio ieri la Cancelliera tedesca Angela Merkel, in occasione dell’80° anniversario dell’arrivo al potere di Adolf Hitler e alla vigilia del Giorno della memoria, ha ribadito le responsabilità della Germania per quanto accaduto.
“Naturalmente – si legge in un podcast pubblicato sul suo sito web – abbiamo una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo, per le vittime della seconda guerra mondiale e, anzitutto, anche per l’Olocausto“.
La Germania, spiega ancora la Cancelliera tedesca, non può e non vuole dimenticare: la Shoah deve restare un monito per le generazioni future perché non si ripeta mai più un orrore simile.
“Dobbiamo dire chiaramente – ha aggiunto la Merkel – generazione dopo generazione, e dobbiamo dirlo ancora una volta: con coraggio, il coraggio civile, ognuno, individualmente, può impedire che il razzismo e l’antisemitismo abbiano alcuna possibilità. Noi affrontiamo la nostra storia, non occultiamo niente, non respingiamo niente. Dobbiamo confrontarci con questo per assicurarci di essere in futuro un partner buono e degno di fede, come del resto lo siamo già oggi, fortunatamente”.