In Italia appena scatta una inchiesta giudiziaria nei confronti dei politici, subito si grida al complotto, si parla di giudici politicizzati e persecuzioni. Negli altri Stati occidentali funziona in maniera ben diversa: ci si dimette. Non si aspetta che la magistratura compia il suo corso. Né ci si giustifica dicendo che il presunto reato è poco grave. Si va semplicemente a casa, perchè chi occupa una carica pubblica non deve avere macchie. Non soltanto è un cittadino come gli altri, ma deve comportarsi anche meglio, per poter dare il buon esempio.
In Germania si è appena dimesso il Presidente della Repubblica, Christian Wulff, di anni 52. Non è accusato di avere corrotto giudici, di avere rubato soldi del suo partito, di fare affari con la criminalità organizzata. Per la magistratura tedesca, avrebbe ottenuto un prestito di 500mila euro da un imprenditore al tasso di favore del 4%, quando era ancora governatore della Bassa Sassonia. L’altro scandalo è legato a tre pernottamenti in un albergo (totale della vacanza: 774 euro), pagati sempre da un imprenditore suo amico, che Wulff dice aver rimborsato con moneta contante.
Sciocchezze, o quasi – penserà qualcuno. Eppure, in Germania, ma anche nel resto dell’Ue, per queste ragioni ci si dimette. Lo ha fatto anche Wulff che, pur certo della propria innocenza, non grida al complotto come invece si farebbe nel nostro paese. Da noi, si sa, i politici sono gli intoccabili per antonomasia.
“Ho fatto degli errori, ma sono stato sempre in buona fede – ha dichiarato l’ex capo della Stato tedesco. – C’è bisogno di un presidente che possa dedicarsi completamente alle sfide europee e abbia fiducia ampia dei cittadini. Gli sviluppi di questa settimana hanno dimostrato che questa fiducia non c’è più e quindi non c’è altra possibilità che abbandonare questa carica: oggi perciò mi dimetto. Comunque, credo di essermi comportato in maniera retta, per questo sarò scagionato”.
La cancelliera, Angela Merkel, si è detta “rammaricata” per la vicenda, ha elogiato il lavoro svolto da Wulff al servizio del paese, ma ha anche aggiunto che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, quindi c’è poco da stupirsi se la magistratura indaga sul Presidente.
Ieri la Procura di Hannover,che indaga sul caso, aveva reso noto di aver chiesto l’annullamento dell’immunità per l’ormai ex capo di Stato, il quale in Germania gode della stessa immunità dei parlamentari: possono essere perseguiti penalmente solamente se il Bundestag dà l’autorizzazione.
Ora spetta ai partiti decidere chi sarà il successore. La Merkel spera che la partita possa essere risolta in fretta. Nel frattempo la cancelliera è stata costretta a rinviare il previsto viaggio in Italia e ha avvisato telefonicamente sia Mario Monti, sia Giorgio Napolitano.