Una nuova ricerca, condotta dalla Cambridge University e pubblicata dalla British Association for Adoption and Fostering, dimostra che i bambini cresciuti dalle coppie omosessuali vivono felici esattamente come quelli cresciuti dalle famiglie tradizionali. Per gli esperti di Cambridge, non solo i genitori gay riescono ad ottenere i medesimi risultati di quelli etero, ma i papà omosessuali, in particolare, si dimostrano “più felici” e quindi meno soggetti alla depressione, rispetto ai papà etero.
Lo studio è stato condotto su 130 famiglie, 49 delle quali composte da coppie eterosessuali, 41 da omosessuali e 40 da coppie lesbiche. Le diverse tipologie di famiglie hanno presentato molte più analogie che differenze.
La professoressa Susan Golombock, direttrice del Centro per le Ricerche sulla Famiglia e coautrice dello studio, ha spiegato che tutte le ansie relative agli eventuali effetti negativi che potrebbero subentrare in bambini cresciuti da genitori gay si sono rivelate “unfounded”, infondate. Anzi, lo studio evidenzia come nelle situazioni difficili, proprio gli omosessuali riescano ad affrontare meglio la sfida, offrendo ai figli un ambiente familiare più sereno.
Sulla scorta di questi nuovi risultati, la British Association for Adoption and Fostering, che da oltre 30 anni lavora nel campo delle adozioni nell’interesse dei bambini e ha sempre avuto una posizione piuttosto aperta nei confronti delle coppie gay desiderose di offrire una casa ai bambini che ne sono privi, ha deciso di incoraggiare le richieste di adozioni da parte di genitori omosessuali, che nonostante nel Regno Unito non siano vietate, finora incontravano diversi ostacoli in più rispetto alle coppie tradizionali.
Anche alcuni ispettori governativi per le adozioni, dopo aver preso visione dello studio, si sono espressi in favore delle richieste da parte delle coppie cosiddette Arcobaleno, non tanto per questioni di principio, quanto perché questo consentirebbe di allargare il ventaglio di possibilità per i bambini in “state care”, cioè sotto la tutela dello Stato.
Questo studio della Cambridge University potrebbe quindi aprire le porte a sostanziali cambiamenti, non solo in Gran Bretagna, ma nel mondo intero.
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