Ancora un caso di “furbetti del cartellino“, di assenteisti al lavoro, insomma, questa volta a Foggia, dove i Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito, lunedì mattina, un’ordinanza di custodia cautelare verso venti dipendenti del Comune, tra cui il dirigente Antonio Stanchi, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Tredici di loro, che lavoravano presso la sede del servizio integrato Attività economiche, ex Uma e Protezione Civile, tra cui il dirigente Antonio Stanchi, sono ora agli arresti domiciliari, gli altri sette sono stati invece sospesi dall’esercizio dei pubblici uffici. Vi sarebbero inoltre altre sei persone indagate.
Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica in seguito ad un’indagine condotta dai carabinieri, tra febbraio e aprile 2015, mirata proprio a contrastare la piaga dell‘assenteismo negli uffici comunali e partita in seguito ad una denuncia. Dai filmati raccolti dalle forze dell’ordine è emerso che ogni accusato garantiva, a turno, la presenza dei colleghi assenti o che arrivavano tardi o facevano acquisti invece di essere al lavoro timbrando al loro posto i badge marcatempo, anche fino ad una decina contemporaneamente.
Il colonnello Antonio Basilicata, comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, ha raccontato che alcuni indagati, probabilmente, avevano intuito di poter essere ripresi, al punto che “alcuni dipendenti alzavano la testa, prima di timbrare, per vedere se ci fossero le telecamere e uno di loro addirittura si serviva della scopa per verificare se vi fossero delle telecamere nella controsoffittatura“, ma, ha aggiunto, “nonostante il timore e la quasi certezza di essere osservati continuavano ad utilizzare questo sistema illegale di timbrature“. Quanto a Stanchi, egli non è accusato direttamente di assenteismo, perché generalmente i dirigenti non sono obbligati a timbrare il cartellino, tuttavia avrebbe più volte marcato il badge in entrata al posto della moglie (sospesa dal servizio) per poi andare a prenderla a casa e portarla in ufficio, dove questa, talvolta, non sarebbe venuta per niente, ma il marito le avrebbe comunque timbrato il cartellino sia in entrata che in uscita.
Gli indagati lavoravano tutti nello stesso settore, e le assenze e i ritardi hanno quindi arrecato disagi ai cittadini, per cui il sindaco di Foggia Franco Landella ha annunciato: “Ci costituiremo parte civile“. Già nell’ottobre 2010, tre impiegati del Comune di Foggia erano finiti agli arresti domiciliari per assenteismo, mentre ad aprile 2015, proprio mentre era in corso l’indagine che ha portato agli arresti di lunedì, quattro dipendenti della Provincia di Foggia sono finiti ai domiciliari.